In risposta alla pubblicazione odierna [11 aprile, ndr] da parte dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) dei dati preliminari sull'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) fornito dai paesi membri del Comitato per l'Assistenza allo Sviluppo (DAC) nel 2023, l'esperto di Oxfam Salvatore Nocerino ha dichiarato:
“Mantenere gli aiuti già insufficienti a livelli stagnanti costa vite umane ed è un fallimento morale. Ancora una volta, i paesi ricchi hanno tradito la loro promessa fatta ai più poveri del mondo: una promessa di porre fine alla fame, investire in sistemi sanitari pubblici salvavita ed espandere le opportunità di istruzione in modo che nessuno venga lasciato indietro.Non esiste una difesa credibile qui. Con una modesta tassa sul patrimonio, i governi donatori potrebbero raccogliere oltre 1.200 miliardi di dollari all'anno – abbastanza per mantenere le loro promesse di aiuto tre volte. I soldi necessari per insegnanti, ospedali e infermieri esistono; sta solo riempiendo le tasche degli ultra-ricchi. Viviamo in un mondo in cui, in un solo mese, gli uomini più ricchi del mondo aggiungono decine di miliardi di dollari alle loro fortune mentre decine di migliaia di donne nei paesi più poveri del mondo muoiono durante la gravidanza e il parto. Di quali ulteriori prove di ingiustizia e disuguaglianza dobbiamo essere testimoni prima che i governi ricchi agiscano e mantengano le loro promesse di aiuti?” L'APS dei paesi membri del DAC è stato in media dello 0,37% del loro reddito nazionale lordo (RNL), finanziando gli aiuti, in modo simile ai livelli del 2022 e molto al di sotto dell'impegno di lunga data di stanziare lo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL). Nel 2023, solo Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Germania e Danimarca hanno mantenuto questa promessa e, complessivamente, i paesi DAC avrebbero dovuto aumentare i loro contributi di quasi 200 miliardi di dollari per rispettare questo impegno. Più di 50 anni dopo che i paesi ricchi hanno concordato l'obiettivo dello 0,7%, solo sei lo hanno raggiunto o superato.Oxfam calcola che un'imposta patrimoniale fino al 5% sui multimilionari e miliardari dei paesi membri del DAC potrebbe raccogliere 1,23 trilioni di dollari all'anno. Ciò equivale a circa tre volte l'obiettivo dello 0,7% di APS/RNL, ovvero a circa il 2% del RNL aggregato dei paesi membri del DAC. Secondo la metodologia del DAC, Oxfam ha utilizzato i dati del PIL provenienti dai database dell'OCSE come proxy per questo calcolo poiché i dati RNL per il 2023 non sono ancora disponibili.Secondo Forbes, la ricchezza dei 10 uomini più ricchi del mondo è salita a 1,47 trilioni di dollari nel dicembre 2023, 30 miliardi di dollari in più rispetto al mese precedente.Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2020 quasi 800 donne sono morte ogni giorno per cause prevenibili legate alla gravidanza e al parto, e quasi il 95% dei decessi materni si è verificato nei paesi a reddito medio-basso.
A questi dati forniti da Oxfam, che tranquillamente potremmo definire della vergogna, possiamo aggiungere un'ulteriore sottolineatura, etichettabile sempre sotto la categoria della vergogna.
Riguarda l'Italia che si distingue in peggio. Infatti, in un anno il nostro Paese è sceso dallo 0,33% del Reddito nazionale lordo destinato all'Aiuto pubblico allo 0,27%, rispetto alla media dello 0,37%.
Così, non solo l'obiettivo dello 0,7% resta un miraggio, ma l'Italia arretra ulteriormente da tale obiettivo. Nel dettaglio, l'APS del nostro Paese cala proprio nelle voci dove più necessario sarebbe investire. Innanzitutto il calo è soprattutto nell'aiuto bilaterale, cioè tra Italia e singoli paesi, più che in quello a sostegno delle agenzie internazionali. Nel bilaterale in realtà il calo in un anno è molto più grave, pari al 25%, non il 15,5%.
E nonostante i ripetuti impegni annunciati dal governo di Giorgia Meloni per "aiutare gli africani a casa loro", il nostro Paese è passato in un anno dai 515 milioni del 2022 per aiuti bilaterali ai Paesi africani, a 351 milioni nel 2023, cioè il 32% in meno in soli 12 mesi.
Non va meglio per i fondi destinati ai cosiddetti Paesi a basso tasso di sviluppo (Ldc), ovvero i più poveri e fragili, che calano da 381 milioni di dollari nel 2022 a 265 nel 2022 (una riduzione drastica del 30%).
Colpi d'ascia anche sugli aiuti destinati a fronteggiare le più gravi crisi umanitarie, che crollano di ben 143 milioni, passando da 398 milioni a 255 (meno 36%).
Si conferma poi, ampliandosi, la scelta di spendere fondi destinati allo sviluppo dei paesi poveri in attività sul territorio nazionale. Per l'accoglienza dei richiedenti asilo, infatti, non c'è uno stanziamento di risorse aggiuntive, ma si va a pescare nel bilancio per la cooperazione allo sviluppo: da 1.480 milioni nel 2022 il governo è arrivato a spendere 1.609 milioni nel 2023, circa il 27% - più di un quarto - del totale dell'aiuto pubblico italiano
“Da questi dati appare evidente che l'Italia non mantiene la parola data. Anziché aumentare gli investimenti in cooperazione internazionale, mantenendo l'impegno di destinare lo 0.70% in aiuto allo sviluppo, si torna indietro», commenta Ivana Borsotto, presidente Focsiv e portavoce della Campagna 070, sostenuta anche da Oxfam. «Con un calo particolarmente duro per l'Africa e i paesi più fragili. Altro che Piano Mattei! Dove vanno a finire le promesse, le dichiarazioni e gli impegni? Chiediamo al Governo e al Parlamento, con spirito di dialogo, più coerenza e determinazione nel cambiare marcia, a partire dalla prossima Legge di Bilancio. In nome della credibilità e responsabilità dell'Italia nel mondo e verso l'Africa”.
Visti i numeri attuali, c'è da chiedersi allora che cosa ne sarebbe stato di queste già scarse risorse se la premier Meloni non avesse avuto bisogno di promuovere l'inutile, in quanto propagandistico, piano Mattei.
Fonte: Oxfam / Avvenire