Andrea Romano è uno di quei dirigenti del Partito Democratico che da Dalemiani si sono poi scoperti Renziani. Una contraddizione che a prima vista sembrerebbe incredibile ma, a ben pensarci, non tanto, visto che il modo di intendere e fare politica per Renzi e D'Alema è assolutamente identico. L'unico punto di attrito tra i due è rappresentato dal fatto che la presenza dell'uno non può che escludere la presenza dell'altro. Infatti, dicendo e facendo le stesse cose, i due finiscono per pestarsi i piedi e disperdere tra due cloni lo stesso consenso elettorale.

Se qualcuno avesse dei dubbi sulla tesi, ma forse SAREBBE più corretto parlare di assioma, sopra esposta, basta che richiami alla mente l'infatuazione di entrambi per Blair e per Berlusconi, quest'ultimo visto come un referente credibile e affidabile.

Ritornando a Romano, fa sorridere l'articolo che oggi gli è stato pubblicato sul giornale di partito, Democratica, la riedizione unicamente on-line con un diverso nome de l'Unità, di cui è stato direttore e "rottamatore".

Secondo Romano, oggi "siamo all’interno di un sistema culturale articolato e pervasivo che negli ultimi anni ha trasmesso agli italiani un unico messaggio: Avete paura? Bene! Dovete averne ancora di più. ...

E’ un messaggio che abbiamo ascoltato ogni giorno da programmi televisivi, giornali ed esponenti politici che hanno tutti insieme soffiato sul fuoco di una fragilità collettiva che ha cause reali e specifiche ma che la politica gestisce con modalità diametralmente opposte.

Quelle perseguite dagli imprenditori della paura puntano ad evitare le soluzioni concrete e possibili per far leva direttamente sull’indebolimento della nostra comunità civile, disegnando scenari apocalittici a cui rispondere con ricette tanto rumorose quanto irrealizzabili.

E’ l’inganno della chiusura delle frontiere sbandierato dalla Lega di Salvini, la polemica contro i taxi del mare costruita dal Movimento Cinque Stelle, la sparata di Berlusconi sulla deportazione di 600.000 clandestini con un ponte aereo."

È corretta la tesi di Andrea Romano? Ognuno, ovviamente, in base alle proprie convinzioni troverà tali affermazioni sbagliate, di parte oppure imprecise. È indifferente.

Quello che invece è da sottolineare è che, secondo Romano, il Partito Democratico ha un’altra modalità nell'affrontare i problemi: "l’equilibrio che viene da una tradizione di vigilanza antifascista e rispetto delle istituzioni che (soprattutto nelle stagioni elettorali) evita la tentazione di sfruttare a proprio vantaggio fatti che colpiscono tutta intera la comunità nazionale." Da qui segue un elenco di meraviglie messe in atto dal Pd in relazione ai fatti di Macerata - culminati con la sparatoria di stampo razzista - relative alla gestione del problema migranti.

Ma Romano, si dimentica di ricordare che le risposte concrete fornite dal suo partito di appartenenza (se le altre fanno leva sulla paura) trovano le loro fondamenta sulla menzogna, sul raggiro e sulle mezze verità. E non solo in relazione alla gestione del problema migranti (legge Minniti), ma anche in tutto ciò che in questi anni il Pd di Renzi ha prodotto: leggi elettorali, riforma costituzionale, riforma del lavoro... persino le unioni civili che, in base alla Costituzione, in maniera discriminatoria non riconoscono gli stessi diritti alle coppie di fatto eterosessuali. E quelli citati sono solo alcuni esempi dell'equilibrio pasticciato o menzognero del Partito Democratico!

Stando così le cose, agli elettori che decideranno di andare a votare non resterà che scegliere tra l'industria della paura e quella della spudorata menzogna. Una scelta complicata per stabilire quale delle due sia la peggiore.