Inizia male la domenica dei motori per i colori italiani. In Giappone, a Motegi, sulla pista di casa, Marquez conquista il Campionato del Mondo MotoGP 2018, il suo settimo titolo mondiale in carriera, il terzo di fila e il terzo in Giappone, con 296 punti.

E le premesse perché anche in Formula 1 accada altrettanto ci sono già tutte, dopo il risultato delle qualifiche di sabato a Austin. Ma andiamo con ordine.

 

Dovizioso, che aveva conquistato la pole, scatta subito in testa e prova a fare il vuoto. Marquez, partito dalla sesta posizione, gli è però quasi subito in scia. Il duello tra i due inizia al giro 14. Dovizioso si fa superare. Tiene, ma quando mancano meno di due giri alla fine ed è ancora all'inseguimento di Marquez, il pilota di Forlì perde l'anteriore della propria Ducati alla curva 10, spianando così la strada al settimo titolo di Marquez.

Per la cronaca, la Honda corona una giornata perfetta con il secondo posto di Cal Crutchlow (LCR Honda Castrol), autore del quarto tempo in qualifica, che con il fuori pista di Dovizioso finisce sul secondo gradino del podio.

Per la terza posizione vi è stata bagarre tra Rins, Rossi e Iannone con quest'ultimo, però, che esce di scena per una caduta, pure lui, alla curva 10. La Yamaha di Rossi, come sempre, ha un buon inizio, poi però a metà gara comincia a cedere e Rins con la sua Suzuki ne approfitta, riuscendo a conquistare il terzo gradino del podio.

In ogni caso, il "dottore" resta terzo nella classifica del campionato del mondo con 185 punti e può puntare al secondo posto di Dovizioso, fermo a 194.

Jorge Lorenzo non ha gareggiato per le due cadute che lo hanno visto protagonista negli ultimi due gran premi e sarà sottoposto ad ulteriori esami al suo rientro in Europa e non sarà alla guida della Ducati neppure per l'appuntamento di Phillip Island.


Inutile riportare la ovvia e immaginabile soddisfazione di Marquez per il risultato ottenuto, mentre più interessanti sono le parole di Dovizioso, deluso sì, ma non sconfitto.

«Sto bene... ma è chiaro che c’è delusione. Volevamo vincere e giocarcela fino all'ultima curva. Abbiamo comunque dimostrato di essere veloci. Ma ammettiamo senza difficoltà che anche questa volta Marc ha tirato fuori qualche cosa in più.

In prova era veloce. Devo studiare Marc di più, inizierò da domani per essere pronto per il prossimo anno. Dobbiamo inventarci qualche cosa per batterlo.

Oggi è lui il più grande... ha più di 100 punti da me e questo dimostra qualche cosa. Non aveva una moto da 100 punti in questo campionato, la distanza l’ha fatta lui.

Quando arrivi a 4 gare dalla fine e hai meno di 100 punti dal tuo rivale non puoi dire "ci è mancata una corsa". È da Brno che ci stiamo giocando la vittoria e solo Marquez è riuscito a fare meglio di noi. Ma la realtà dei fatti è che dobbiamo ancora migliorare.

Ci ho creduto fino alla fine e ci sono rimasto male quando ho perso l'anteriore. Non ero entrato troppo forte in quella curva e il mio errore è stato preparare l’uscita troppo presto. Avevo già il gas in mano. Ero costretto a fare così, dovevo preparare la curva prima... per attaccarlo.

Marquez è migliorato moltissimo, se fosse stato quello dei suoi primi campionati non avrebbe vinto, ma noi dobbiamo vincere e c’è più gusto, oggi, pensare che la prossima stagione rinnoveremo il duello.»

 

Chiuso il capitolo moto, facciamo un bel salto dal Giappone agli Stati Uniti, dove all'ora di cena, per noi, si disputerà la gara che potrebbe consegnare il quinto titolo iridato nelle mani di Hamilton.

Su una pista per fortuna asciutta, Hamilton ha di nuovo conquistato la pole sul Circuito delle Americhe, ma senza riuscire però a fare il vuoto con le due Ferrari di Vettel e Raikkonen distanziate solo di pochi millesimi.

Una gara apertissima, se non fosse che la penalità di tre posizioni in griglia costringerà Vettel a partire dalla quinta posizione, dietro Bottas e Ricciardo che non si faranno certo da parte per agevolargli il cammino. Difficile poi che Raikkonen, che il prossimo anno non sarà più un pilota Ferrari, si danni l'anima per aiutare il compagno.

Una corsa già in parte segnata, se non fosse che in Q2, dove i piloti scelgono i pneumatici con cui iniziare la gara, Vettel è risultato nettamente il più veloce con la mescola supersoft, distanziando Hamilton di ben 4 decimi.

È un segnale per rimandare la festa al pilota Mercedes?