Sono continuati domenica notte proteste e scontri in Iran con i manifestanti che, in base a quanto riferito dalla tv di Stato nella giornata di lunedì, avrebbero cercato di occupare anche basi militari e stazioni di polizia per essere poi respinti dalle forze di sicurezza. Sarebbe 12 il numero delle nuove vittime.

Sei persone sarebbero state uccise nella città di Tuyserkan, a 295 km a sud-ovest di Teheran. Altre tre nella città di Shahinshahr, 315 chilometri a sud della capitale. Tali numeri sono stati forniti dai media del regime che hanno parlato di un'altra vittima senza indicare dove sarebbe stata uccisa.

All'elenco, andrebbero poi aggiunte altre due persone di cui ha parlato l'agenzia Ilna, rimaste uccise nella città di Izeh, sempre nella notte di domenica.

Il governo iraniano, pur minacciando il pugno duro nei confronti di coloro che non rispetteranno la legge, sembra anche voler intavolare delle trattative per dialogare con i manifestanti, riconoscendo le ragioni economiche come elemento scatenante della protesta, nonostante questa sia stata estesa anche alla politica.

Infatti, le dimostrazioni che sono iniziate lo scorso giovedì a Mashhad e si sono allargate a diverse città iraniane, sono state caratterizzate anche da canti e slogan che hanno preso di mira la massima autorità religiosa e politica del Paese, l'Ayatollah Ali Khamenei.