«Obbedienza cieca pronta assoluta. Contrordine compagni! La frase pubblicata sull'Unità: "Bisogna gettare un ponce tra il proletariato e il ceto medio", contiene un errore di stampa e pertanto va letta: "Bisogna gettare un ponte fra il proletariato e il ceto medio"

Forse bisogna rifarci al mitico Giovannino Guareschi e ai refusi con cui scherniva l'Unità per commentare le lapidarie dichiarazioni di Beppe Grillo che, ad un tratto, se ne esce smentendo se stesso e tutto quanto aveva preteso che giurassero e spergiurassero i suoi "affiliati".

In fondo, obbedienza cieca pronta assoluta viene chiesta anche agli iscritti del movimento, anzi ai "portavoce" che possono anche essere investiti della carica di eletti, nel caso abbiano ricevuto un numero di voti sufficienti in una qualche competizione elettorale.

Qual è la novità di oggi con cui Beppe Grillo è riuscito a riempire la cronaca politica,  altrimenti asfittica causa ferie? Il codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle in caso di coinvolgimento in vicende giudiziarie! Il coinvolgimento va inteso, ovviamente, riferito al portavoce pentastellato. 

Per chi abbia qualche interesse a conoscere la nuova direttiva, la pagina del blog di Grillo è più che esauriente in proposito, inutile riproporne i punti in questo spazio, mentre è utile riportarne delle espressioni che qualche perplessità non possono non sollevare, come ad esempio "presunzione di gravità", che però trovano la loro giustificazione dall'essere accompagnate da altre come il "non statuto" oppure da frasi come "i portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l'obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito (con comunicazione da inviare al link www.movimento5stelle.it/contattaci.php)".

Il paradosso attuale è che il "garante del Movimento", colui che è deputato ad operare per fornire regole che siano utili al suo corretto funzionamento, riesca a far passare come degli idioti dei parlamentari che, nonostante fossero privi di esperienza, in qualche anno erano comunque riusciti a costruirsi una reputazione e un certo grado di credibilità.

Lasciando da parte qualsiasi critica all'italiano "grillino", inutile sostenere la difesa di una lingua - quella italiana - che neppure la stessa Crusca vuole più difendere ammettendo l'ammissibilità di utilizzo di qualsiasi termine e qualsivoglia espressione, rimangono però i contenuti e la logica che li sostiene.

Fino a ieri, i 5 Stelle chiedevano dimissioni pubbliche e immediate solo all'annuncio stampa di un avviso di garanzia che sfiorasse un politico o persino un suo congiunto. Oggi, il garante è stato illuminato sulla via di Brignole ed ha scoperto che un avviso di garanzia non è una prova di colpevolezza e che prima di dare giudizi è necessario agire cum grano salis.

Ed a Grillo, per capire una banalità simile, c'è voluto tutto questo tempo? La domanda, in fondo non è insensata. Infatti, da tempo la questione era evidente, come aveva ampiamente dimostrato la vicenda del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, indagato per una nomina fatta per il teatro Regio.

Adesso, la domanda che uno si deve porre è "quale sarà la prossima mossa di Grillo per mettere in imbarazzo i propri parlamentari?" Quale sarà il prossimo contrordine per saziare quello che appare sempre di più come una specie di desiderio di disgregare il movimento da lui creato?

Luigi Di Maio conclude il suo post di inizio anno invitando i sostenitori ad indossare  l'elmetto per combattere una serie di leggi insensate che ancora affliggono gli italiani. Visti gli ultimi sviluppi non è neppure sbagliato credere che quell'elmetto debba essere usato anche per combattere all'interno dello stesso movimento.

Che la nuova ennesima regola di Grillo sia corretta è corretto pensarlo, ma qualcuno, all'interno del movimento, potrebbe anche iniziare a urlare "e lo vieni a dire adesso - dopo tutto questo tempo e dopo tutte le dichiarazioni di inflessibilità - che è necessario agire caso per caso?"

Non sarebbe una domanda illogica. Nel frattempo, per la cronaca, dichiarazioni di scusa o mea culpa non sono seguite al Contrordine.