Solidarietà verso il popolo e il presidente albanese, il socialista Edi Rama, è stata rivolta dai componenti di centrodestra della bilaterale Italia-Albania dell'Unione interparlamentare, attraverso una missiva inviata all'ambasciatrice della Repubblica d'Albania in Italia, Anila Bitri Lani.

Una lettera con cui il centrodestra ha fatto notare l'ipocrisia della sinistra italiana che, per dieci anni e con cinque Presidenti del Consiglio diversi, ha intrattenuto buoni rapporti con il premier Rama.

Da Letta a Renzi, da Gentiloni a Conte fino ad arrivare a Draghi: la sinistra ha sempre rispettato la Nazione albanese. Ma i problemi e gli attacchi, anche personali, verso Rama, sono nati da quando è stato il governo di destra guidato da Giorgia Meloni, a stringere i rapporti con il premier albanese.

La lettera nasce dopo gli attacchi ripetuti da parte di organi di stampa italiani ad Edy Rama, premier albanese.

Tutto nasce dal famoso accordo tra  il premier italiano e quello albanese, firmato il 6 novembre 2023, sulla base di un vecchio trattato di collaborazione tra i due paesi, prevede la costruzione di due centri per il rimpatrio dei migranti – gestiti e controllati dall’Italia in territorio albanese – per l’esame accelerato delle domande di asilo dei richiedenti asilo.  Accordo che ha ricevuto il plauso della commissione europeo e di altri quindici paesi europei, con in  testa la Germania. Pochi giorni fa proprio il ministro degli esteri tedesco, Nancy Feaser, aveva affermato di considerarlo “ un modello interessante su cui mi sto confrontando con il mio collega italiano".

"Italia e Albania – si legge nella lettera, sottoscritta da undici parlamentari del centrodestra – hanno profondi legami da tempo immemorabile. Da undici anni l'onorevole Edi Rama è il primo ministro della Repubblica d'Albania, e in questo periodo è stato ricevuto con grandissima e reciproca cordialità da tutti i presidenti del Consiglio italiani che si sono avvicendati, a cominciare da Enrico Letta e poi dal suo successore Matteo Renzi, entrambi segretari nazionali del Partito democratico.

Paolo Gentiloni, durante una visita ufficiale del suo omologo a Roma, aprì all'ingresso dell'Albania nell'Unione europea, sottolineando i grandi progressi compiuti: ‘Le buone relazioni tra Italia e Albania sono così importanti anche perché danno un contributo alla stabilità e alla pace dell'intera regione. La stabilità dell'area è un bene prezioso per l'Europa e il Mediterraneo che non si deve disperdere', disse l'attuale commissario europeo”.

Sottolineando come Edi Rama sia sempre stato considerato un partner affidabile ed un premier amico del nostro paese e degno di tutti gli onori. Ora invece il premier albanese, che aveva fornito un sostegno importante nel delicatissimo momento della pandemia, viene considerato invece come persona non più degna nemmeno di essere inclusa nel gruppo dei socialisti, dopo che proprio dal nostro paese era arrivata qualche mese fa la richiesta di espulsione.  

“Ora - si legge sempre nella lettera - nel delicato momento pre-elettorale, a sei giorni dal voto, arriva un servizio televisivo di Report che dipinge il primo ministro dell’Albania come un amico di criminali e di boss.”

Esprimendo quindi solidarietà al premier albanese, i firmatari della lettera, inviata all'ambasciata di Tirana a Roma, membri della commissione bilaterale Italia-Albania all’interno dell’unione interparlamentare, denunciano quella che viene considerata una campagna diffamatoria, compiuta per di più attraverso il servizio pubblico televisivo. Al di là del merito della questione, occorre comunque sottolineare come, mentre dall’estero continuano ad arrivare attestati di stima per quello che viene considerato alla stregua di un modello da imitare, da noi invece anche questo accordo venga utilizzato strumentalmente a puri fini di interesse elettorali e di parte.




Integrazione della Redazione di Fai Informazione:
Per una migliore comprensione di quanto scritto nell'articolo si riportano di seguito introduzione e rimandi sui servizi di Report andati in onda nella puntata di domenica scorsa:


La campagna d'Abania 
Sulla questione dell’accordo con l’Italia il primo ministro albanese Edi Rama rilascia per la prima volta un’intervista a Report.

Dopo la precedente inchiesta sull’accordo tra Italia e Albania sui migranti, Report è stata fortemente criticata da due presidenti del Consiglio: quello italiano, Giorgia Meloni, e quello albanese, Edi Rama. Nonostante ciò, prosegue il nostro viaggio sull’altra sponda dell’Adriatico dove abbiamo raccolto nuove prove e testimonianze dell’ingerenza nella politica e nell’economia albanese delle organizzazioni mafiose, arrivate a condizionare le più alte sfere istituzionali. L’Albania negli ultimi anni è diventata terreno di conquista anche di politici ed ex politici italiani a caccia di affari. Report rivela come un ex presidente del consiglio italiano e un attuale ministro hanno messo in piedi a Tirana proprie attività nel settore della consulenza istituzionale e del lobbismo, conseguendo ottimi risultati. Risultati che finora non può invece vantare la missione italiana sbarcata in Albania per la costruzione dei centri che ospiteranno i migranti. L’inizio delle attività era previsto per il 20 maggio, ma, da quello che abbiamo scoperto visitando i cantieri, non se ne parlerà prima di novembre. Intanto le spese continuano ad aumentare e quasi tutti gli appalti sono stati già assegnati. Cominciano così a spuntare fuori i nomi di aziende coinvolte in indagini per corruzione e turbative d’asta o legate all’inchiesta Mafia capitale. Sulla questione dell’accordo con l’Italia, la forte pressione mafiosa e gli interessi dei politici italiani in Albania, il primo ministro albanese Edi Rama ha rilasciato per la prima volta un’intervista a Report.)


(Hot)Spot Albanese
Accordo Italia Albania in materia migratoria, chi ne beneficerà davvero? 

Il governo Meloni ha raggiunto un accordo per spedire in Albania una parte dei migranti che tentano di entrare in Italia attraverso il Mediterraneo. Già da qualche settimana sono cominciati i lavori per la costruzione dei due centri di accoglienza dove secondo le previsioni della presidente del Consiglio verranno dirottati circa 36 mila richiedenti asilo all’anno. Ma come ha scoperto Report, i costi sono già fuori controllo. A fronte dei 650 milioni di euro inizialmente preventivati per 5 anni, la spesa complessiva potrebbe superare la soglia di 1 miliardo di euro. E anche le previsioni fatte dal governo sul numero dei migranti sembrerebbero troppo ottimistiche. Spenderemmo dunque cifre spropositate, rispetto ai costi di gestione ordinari in Italia, per spedire in Albania a mala pena 3000 migranti all’anno che comunque dovranno successivamente essere trasferiti in Italia. Dunque, chi beneficerà davvero di questo accordo? Report ha trovato alcune inaspettate e inquietanti risposte in Albania, definita da molti osservatori internazionali un “Narcostato” a causa del forte condizionamento dei cartelli della mafia albanese sulle attività del governo. Una mafia cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, sotto lo sguardo vigile anche delle autorità italiane.