L'amministrazione Obama ha rispettato solo in parte le promesse fatte durante la prima campagna elettorale ed al momento del suo primo insediamento. Del "non molto" che aveva fatto, da ricordare vi erano le decisioni pro ambinte e la partecipazione all'accordo di Parigi sul clima, un primo passo per un sistema sanitario pubblico e la fine dell'embargo nei confronti di Cuba.

Donald Trump, in pochi mesi, ha cancellato - o sta cancellando - quel poco di innovativo che Obama era riuscito a mettere in atto durante gli otto anni della sua amministrazione. Così, le politiche pro ambiente adesso sono un ricordo, l'Obama Care sta per diventarlo... mancava il ripristino dell'embargo su Cuba! Niente paura.... è arrivato pure quello.


Venerdì, Trump era a Miami, a Little Havana il quartiere dei rifugiati cubani, diventati cittadini americani. Davanti ad una folla festante, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato di aver firmato una direttiva in cui chiede un'applicazione più rigida di un vecchio divieto per gli americani che vogliono andare a Cuba come turisti e restrizioni per impedire relazioni economiche tra aziende americane ed il GAESA - Grupo de Administración de Empresas de las Fuerzas Armadas Revolucionarias - che gestisce per il governo castrista la maggior parte degli affari nell'isola. A "riscrivere" le nuove relazioni con Cuba il senatore repubblicano Marco Rubio, oggi presente a fianco di Trump.

Ma la legge è un po' meno restrittiva di ciò che si possa pensare. Infatti, Trump non può non considerare i suoi amici miliardari che hanno già investito nell'isola e nel turismo. Quindi, sono già previste deroghe per compagnie aeree e di crociera. E non ci saranno neppure restrizioni alla quantità di rum e sigari che gli americani potranno acquistare a Cuba e portarsi a casa.

Ma l'importante per Trump era poter affermare che l'America non sarebbe più rimasta in silenzio di fronte all'oppressione comunista e che con l'aiuto di Dio, presto, Cuba sarà un paese libero e che i suoi abitanti smetteranno di soffrire.

Inutile pretendere di chiedere a Trump che una parte delle sofferenze dei cubani derivino proprio dai lunghi anni di embargo statunitense che lui adesso vuole, anche se non in toto, ripristinare!

Non capirebbe... come probabilmente non riuscirebbe neppure a capire che le angherie a cui il governo cubano sottopone la propria gente comprendono anche istruzione e sanità, due "cosette" che a Cuba sono pubbliche e gratuite ed accessibili a tutti, mentre nei progreditissimi e democraticissimi Stati Uniti sono invece del tutto, o quasi, a pagamento. Ma siamo sicui che ai cubani convenga essere liberati da Trump?