Archiviata la celebrazione liturgica di Pontida, nulla è cambiato, nulla cambia, nulla cambierà.
Ancora una volta il leader del Carroccio ha preferito fare il solito discorso stantio, con la solita enfasi, con i soliti toni, con gli stessi contenuti, con i stessi tempi. Insomma, con la stessa noia di sempre.
Eppure ci eravamo illusi che potesse nascere qualche cosa di nuovo dal discorso che avrebbe fatto Salvini, forse era arrivato il tempo di gettare il cuore oltre l'ostacolo per innovare il progetto politico della Lega.
Ma già, mentre appariva sul palco la figura del fondatore del movimento e di colui che ha proclamato l'indipendenza di una ipotetico stato, abbiamo capito che anche oggi, non ci sarebbe stato il Big Bang.
La Lega - scandisce il Senatur - non potrà mai essere un partito nazionale: e l'obiettivo deve rimanere la secessione della Padania”.
Mi la Lega è veramente un partito federalista, è veramente per l'autodeterminazione dei popoli?
La Padania ha la stessa concezione dell'Italia, lo stesso imprimatur.
Sia l'uno che l'altro stato sono nati, o dovrebbero nascere, con decisioni imposte dall'alto (con la debita proporzione), sono stati studiati al tavolino per meri fini economici, non sono il desiderio spontaneo sviluppato dalla gente per mettersi insieme.
Non ho mai sentito parlare un perugino di questo suo legame "padano" con un bresciano, ne tantomeno di un bresciano con un bergamasco. E dunque cosa è questa Padania? Non è forse l'invenzione di un nazionalismo per uno stato inventato? Padania libera!
Che differenza c'è tra la Padania di Bossi e la Francia di Marine Le Pen?
Bossi disprezza la politica del suo successore in quanto Salvini ha stretto alleanza con il Fronte Nazionale, forza politica del nazionalismo francese. Ma la secessione della Padania non è da catalogare allo stesso piano della politica nazionalista della Le Pen?
"Federalismo è un insieme di entità autonome, legate però tra loro dal vincolo di un patto", ma dove troviamo questo concetto quando Bossi e i leghisti parlano di Padania?
E così Salvini, per paura di essere disarcionato dalla propria base leghista e di essere tacciato come un ignobile traditore, ha preferito rimanere nel recinto, mantenendo inalterato il rito liturgico della celebrazione di Pontida.
Si è vero, il leader del Carroccio ha minacciato di rimettere il mandato di segretario, se i militanti avessero chiesto al partito di intrattenere rapporti incestuosi con l'alleato storico, rinunciando, anche solo in parte, al programma politico, da lui sbandierato ai quattro venti.
Ma sappiamo che i militanti non amano Berlusconi e non amano i suoi luogotenenti ( a parte qualche eccezione), quindi il rischio di dimissioni è veramente remoto.
Purtroppo, in Italia, il panorama politico che ci viene offerto è veramente scarso, sotto tutti i punti di vista. L'unico partito, che poteva esercitare un rilevante richiamo dell'elettorato a livello nazionale, per le istanze di cui si fa carico (no Europa, no Euro, immigrazione, conservazione dell'identità del popolo e antiglobalizzazione) era quello della Lega, ma solo se fosse stato un vero partito federalista, su base nazionale.
Ma così non è, quindi subiamo un doppio svantaggio.
Da una parte abbiamo un partito che occupa uno spazio politico di un certo rilievo (dopo il PD e il M5S), che però non ha abbastanza peso per indirizzare la vita politica del paese, e nello stesso tempo non dà nessuna plausibile prospettiva di crescita.
Dall'altro lato, la Lega spegne le speranze che spetterebbero di diritto ad un vero partito federalista, e castra la nascita di un nuovo soggetto politico che possa offrire veramente il cambiamento.