Tutti i sondaggi effettuati in questo mese di campagna elettorale danno come altamente probabile la vittoria del centrodestra e l'affermazione di Fratelli d'Italia come primo partito della coalizione. Tutto ciò dovrebbe portare ad un primo ministro, Giorgia Meloni, espressione del partito più a destra dell'intero arco parlamentare.

Questo dato renderebbe l'Italia un caso unico tra i maggiori stadi europei?

La risposta è: sì. 

In questo articolo si confrontano i maggiori paesi e spieghiamo le motivazioni storiche di questa evidente differenza.

Per confrontare adeguatamente i quattro paesi più popolosi (Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Spagna) è utile affidarsi ai gruppi del parlamento europeo, che ci forniscono informazioni assai utili sui partiti di destra dei vari paesi europei. Tra i vari gruppi del parlamento europeo, i due gruppi di destra sono il Partito Identità e Democrazia, di ispirazione di destra nazionalista, a cui sono affiliati la Lega di Matteo Salvini, il Rassemblément National di Marine Le Pen, Alternative für Deutschland e, prima della Brexit, For Britain, e il Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei, euroscettico di destra, a cui aderiscono Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni e lo spagnolo Vox. Vediamo ora quale è il rapporto tra questi partiti e i governi dei quattro paesi europei con maggior popolazione.

Germania. La CDU, il partito conservatore tedesco, ha sempre negato la possibilità di formare un governo con Alternative für Deutschland, preferendo ingoiare il rospo del governo in coabitazione con i socialdemocratici tedeschi (vedasi l'ultimo governo di Angela Merkel).

Francia. Jean-Marie (padre) e Marine (figlia) Le Pen sono stati storicamente osteggiati da tutti i partiti politici francesi tanto che, nel caso di ballottaggio al doppio turno previsto dal sistema elettorale francese, anche i partiti conservatori hanno sempre suggerito ai propri elettori di far confluire il voto al candidato alternativo a quello di Rassemblément National, foss'anche esponente dei verdi o del partito socialista.

Gran Bretagna. Il sistema elettorale maggioritario puro ha tenuto ai margini della vita politica i partiti di destra, se si eccettua la parentesi di Nigel Farrange, che grazie al successo del suo partito UKIP alle elezioni europee del 2014, spinse l'opinione pubblica e l'elettorato verso la Breit.

Spagna. Finora il Partito Popolare ha evitato alleanze con il partito populista di destra VOX (ad eccezione di un governo regionale in Castiglia e León).

Italia. A partire dal lontano 1994, dopo la discesa in campo di Berlusconi, partiti di destra hanno governato a piú riprese, seppur in un governo il cui primo ministro si collocava nella parte più moderata della coalizione. Un eventuale governo a trazione FdI sarebbe quindi una novità che allontanerebbe la situazione italiana da quella dei principali stati europei.

Quali sono le motivazioni di questa differenza?

Innanzitutto le leggi elettorali Mattarellum, Porcellum ed Italicum, che prevedendo un premio di coalizione, hanno sempre imposto apparentamenti, possibilmente larghi, tra i partiti, anche quelli posti all'estremità dell'arco parlamentare.
Quindi la strategia politica di Silvio Berlusconi che già nel 1994, alla ricerca del voto moderato rimasto orfano della DC, decise di sdoganare Alleanza Nazionale, partito nato dall'evoluzione dei filo-fascisti del MSI, e un partito separatista come la Lega Nord di Umberto Bossi.

Infine la strategia comunicativa della Lega Nord che già dal 1989 ha puntato sul razzismo, sul separatismo prima e sul nazionalismo poi, con violenza verbale (in netto anticipo rispetto ai partiti populistici e di destra di altri paesi, nati per lo più dopo la crisi dei subprime e la crisi del debito pubblico sovrano europeo, ovvero intorno al 2010). Passati ormai trent'anni, i temi sono stati digeriti e inglobati dall'opinione pubblica, che si è quindi spostata a destra.


Post Scriptum: Altri stati europei.
Per trovare stati in cui la destra esprime il primo ministro dobbiamo andare in Polonia, in cui il governo in carica è guidato da Diritto e Giustizia, partito politico polacco di destra destra di ispirazione conservatrice clericale affiliato in Europa a Fratelli d'Italia, e in Ungheria, dove Orbàn con il suo Fidesz governa ininterrottamente dal 2010 (è interessante notare come Fidesz in Europa sia rimasto nel Partito Popolare Euorpeo, alleato quindi di Forza Italia e della CDU tedesca, sino al 2021, nonostante forti e prolungate critiche).