Il report annuale del Ministero della Salute sulle coperture vaccinali al 31 dicembre 2023 rivela un quadro complesso: se da un lato si osserva un parziale recupero per alcune coorti di nascita, dall’altro permangono criticità, soprattutto nei bambini più piccoli e negli adolescenti, con differenze significative tra le regioni.
Le vaccinazioni obbligatorie nei primi anni di vita mostrano un leggero declino rispetto al 2022, confermando un trend preoccupante. Per la coorte 2021, la copertura contro la polio (usata come riferimento per l’esavalente) è al 94,76%, mentre quella per il morbillo raggiunge il 94,64%, entrambe appena sotto il 95% raccomandato dall’OMS per garantire l’immunità di gregge. Tredici regioni superano la soglia per la polio, ma due (Bolzano e un’altra non specificata) restano sotto il 90%, con la P.A. di Bolzano al 85,28% (sebbene in miglioramento di +7% rispetto al 2022). Per il morbillo, solo 10 regioni superano il 95%, mentre una (Bolzano, all’83,81%) rimane nettamente indietro.
Segnali positivi arrivano dalle coorti 2020 e 2019, che mostrano un recupero: a 36 mesi, la copertura per polio e morbillo supera il 95%, suggerendo un’efficace attività di recupero nei ritardatari.
Alcune vaccinazioni raccomandate ma non obbligatorie registrano performance critiche:
- Meningococco B: 79,60% (-1,31% vs 2022).
- Rotavirus: 70,76% (-3,63%).
- Pneumococco: 91,57% (-0,16%).
Fa eccezione la varicella, in aumento al 93,76% (+0,41%).
Nella fascia 5-6 anni e 8 anni, le coperture per i richiami di polio e morbillo si attestano tra l’84% e l’86%, ben lontane dal 95% richiesto. Tra gli adolescenti, si registrano lievi miglioramenti:
- Sedicenni: +1,98% per la quinta dose di difterite (68,76%), morbillo al 91,54%.
- Diciottenni: stabili al 72,12% per la difterite e 89,71% per il morbillo.
Questi valori, seppure in crescita, evidenziano una carenza di adesione alle campagne di richiamo, con potenziali rischi per la protezione individuale e collettiva.
Come negli anni precedenti, il rapporto conferma forti differenze territoriali. Le regioni del Nord-Est (es. Trento, Veneto, Friuli) e alcune del Centro (Toscana, Umbria) raggiungono sistematicamente obiettivi ottimali, mentre aree come Sicilia, Puglia e Bolzano mostrano criticità persistenti. La P.A. di Bolzano, nonostante un netto miglioramento, resta fanalino di coda per morbillo (83,81%) e polio (85,28%).
Il report sottolinea l’importanza di interventi capillari:
- Recupero dei ritardatari: il successo nelle coorti 2019 e 2020 dimostra che il recupero è possibile, ma serve un impegno strutturato.
- Comunicazione efficace: contrastare la disinformazione e sensibilizzare sulle vaccinazioni non obbligatorie (es. meningococco B, rotavirus).
- Equità regionale: servono piani specifici per le regioni in difficoltà, con monitoraggio costante.
Mentre l’Italia si avvicina agli obiettivi OMS per le vaccinazioni di base, la sfida rimane garantire protezione duratura attraverso i richiami e colmare i divari geografici. Senza un’azione decisa, il rischio di focolai epidemici – soprattutto per malattie come il morbillo – rimane concreto.