“Dopo la Gianetti Ruote in Brianza e la Gkn di Campi Bisenzio, oggi la Timken, multinazionale del settore automotive, ha annunciato la volontà di chiudere lo stabilimento di Villa Carcina in provincia di Brescia e il conseguente licenziamento dei 106 i lavoratori che da oggi sono in sciopero e presidio permanente.È evidente che stiamo assistendo all'ennesima aggressione al lavoro e al tessuto industriale e sociale di un territorio da parte di una multinazionale, che sceglie il licenziamento all'utilizzo di ammortizzatori sociali.La Fiom ha chiesto al Mise di convocare azienda ed istituzioni locali per affrontare l'ennesima vertenza nel settore ed evitare i licenziamenti.È urgente inoltre far ripartire il tavolo del settore automotive per affrontare la fase di transizione e per individuare, con un accordo tra le parti sociali i ministeri competenti e le aziende, gli investimenti e gli strumenti per la tutela dell'occupazione e dell'industria del nostro Paese ed evitare che il cambiamenti ambientali, tecnologici e organizzativi ricadano sulle lavoratrici e sui lavoratori”.

La nota della Fiom, riassume quanto accaduto ieri a Brescia, dove l'ennesima multinazionale (americana), stalvolta specializzata nella produzione di cuscinetti ingegnerizzati per l'automotive, ha chiuso dalla sera al mattino l'ennesimo stabilimento in Italia,  mettendo alla porta oltre 100 persone.

Adesso funziona così... nonostante sia presente sul territorio (12mila abitanti) dal 1996, quando acquistò un sito produttivo presente già dalla fine degli anni Settanta.

Si parla di un'azienda che collabora anche con la Nasa nella fornitura di componenti per i rover marziani, oltre che con società che producono turbine eoliche, mentre a Brescia produce cuscinetti a rulli  per il mercato dei fuoristrada e per quello ferroviario.

Nel 2020 Timken ha fatturato 3,5 miliardi di dollari, con un ebitda di 659 milioni, un risultato netto di 285 milioni e un dividendo per azione di 1,13 dollari... nonostante la pandemia. E oggi mette in difficoltà 106 persone... 106 famiglie, nonostante  negli scorsi mesi avesse dimostrato attenzione al territorio donando, in piena emergenza sanitaria, 75mila dollari per l'acquisto di due ventilatori per terapia intensiva.

Il perché della chiusura? 

Dalla Timken la motivano con la necessità di  "ottimizzare le attività e riorganizzare l'assetto produttivo dell'azienda, con l'obiettivo di servire al meglio i clienti globali"... qualunque cosa possa significare.

In compenso, in una nota, l'azienda, dichiara di essere intenzionata a "garantire supporto ai dipendenti , attraverso misure che includono la possibilità per i candidati qualificati di fare domanda di assunzione per posizioni aperte presso altri stabilimenti del gruppo".