Don Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, ieri ha pubblicato sulla propria pagina Facebook la seguente breve riflessione al termine del comizio "sovranista" che si è svolto a Milano, nel quale, come al solito, Matteo Salvini ha tirato in ballo santi e madonne, mostrando rosari e crocifissi.

«Rosari e crocifissi - ha scritto Spadaro - sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio».

Lo stesso Spadaro, oggi ha aggiunto questa nota di ulteriore precisazione a quanto pubblicato ieri:

«Vorrei aggiungere io stesso una riflessione alle varie che il mio post ha suscitato. Ascoltare il nome di Dio e di Maria non deve fare esultare l'animo religioso sempre e comunque.

Infatti "Non nominare il nome di Dio invano" ci chiede di non usare il nome di Dio per i propri scopi. La coscienza critica e il discernimento dovrebbe aiutare a capire che non è un comizio politico il luogo per fare litanie (e in nome di valori che col Vangelo di Gesù nulla hanno a che fare).

Ciascuno può valutare le intenzioni e farsi la propria opinione. Tuttavia è chiaro che l’identitarismo nazionalista e sovranista ha bisogno di fondarsi anche sulla religione per imporsi.

Ha trovato questa carta della strumentalizzazione religiosa (in Italia come altrove nel mondo, sia chiaro: non siamo originali in questo!) come adatta e la usa.

La coscienza cristiana, a mio avviso, dovrebbe sussultare con sdegno e umiliazione nel vedersi così mercanteggiata e blandita. Si facciano i propri discorsi, ma davanti a Dio bisogna togliersi i sandali».


In pratica, Spadaro ha svelato con parole chiare, nette ed inequivocabili l'ipocrisia politica di Matteo Salvini e di quelli che lo sostengono, facendo finta di non vedere le contraddizioni tra il messaggio sovranista ed il contenuto dei vangeli.

Naturalmente, Salvini, a stretto giro, non ha mancato di far sapere che frati, suore, missionari, vescovi, cardinali gli scrivono dicendo di tener duro... anche se non ha spiegato in relazione a cosa, come suo solito. Infatti, chieder conto a Salvini dei suoi slogan è operazione inutile, perché è perfettamente consapevole  che non vi è corrispondenza tra la realtà dei fatti e ciò che propaganda, ma gli conviene negarlo.

Ma non c'è da preoccuparsi... almeno per Salvini. I suoi elettori che con la civiltà hanno scarsa frequentazione, figuriamoci se possono conoscere La Civiltà Cattolica ed il suo direttore... mica è ospite fisso di Barbara D'Urso o di Maria De Filippi!