«L'accordo sulle regolarizzazioni dei lavoratori è stato raggiunto... anche per colf e bandanti. E anche per gli italiani. Non per le braccia, ma per le persone. Non era questione di bandierine, ma di dare risposte a chi aspettava da tempo legalità e diritti». 

Così sui Twitter il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, ha fatto sapere che era stato trovato il punto d'incontro tra 5 Stelle ed il resto della maggioranza sul nodo della regolarizzazione migranti. 

Adesso il cosiddetto Decreto Rilancio, ex Decreto Aprile, potrà essere approvato nel Consiglio dei ministri che si terrà in giornata. 


Così, Vito Crimi, capo politico dei 5 Stelle, riassume quella che descrive come una vittoria politica del movimento: 

«Sui lavoratori stagionali abbiamo raggiunto un accordo soddisfacente. Il provvedimento, modificato e migliorato rispetto alla sua precedente versione, mette al centro il lavoro regolare e la tutela dei lavoratori italiani e stranieri, accogliendo dunque le nostre esplicite richieste. Non ci sarà inoltre alcuno sconto, alcun "condono" penale o amministrativo, per chi ha sfruttato lavoratori stranieri. Lo sfruttamento del lavoro irregolare non è solo un reato particolarmente odioso, ma i soggetti che lo praticano agiscono in regime di concorrenza sleale, in barba a tanti imprenditori onesti.Quello che abbiamo avuto all'interno della maggioranza è stato un confronto lungo e serrato, al termine del quale siamo riusciti a determinare alcuni vincoli fondamentali. Due, in particolare: non ci sarà alcuna sanatoria indiscriminata e nessuno rimarrà impunito per reati odiosi come quelli dello sfruttamento e del caporalato.Per raggiungere questi obiettivi, abbiamo dovuto affrontare un percorso non facile. La bozza iniziale del decreto prevedeva addirittura di "premiare" chi avesse dichiarato di aver avuto lavoratori in nero, concedendo persino sgravi fiscali ai datori di lavoro. Era di fatto un colpo di spugna su un principio sacrosanto, quello della legalità. Non potevamo accettarlo. Alla fine, non solo siamo riusciti a limitare i danni e ad apportare correttivi sostanziali, ma abbiamo anche ottenuto un grande risultato: oltre a non prevedere alcuna sospensione o relativa estinzione per i reati di favoreggiamento dell'immigrazione, sfruttamento del lavoro e caporalato, nel provvedimento è stato inserito anche il raddoppio delle pene e delle sanzioni per chi viene scoperto con lavoratori in nero.La norma alla quale siamo pervenuti permette dunque al nostro settore agroalimentare di usufruire del personale necessario a svolgere il lavoro stagionale, e al tempo stesso consente di far emergere il lavoro nero e di punire ancor più severamente i responsabili di questa pratica odiosa. Non solo, con questo provvedimento abbiamo pensato anche ai lavoratori e alle lavoratrici che si occupano di assistenza familiare, includendo nella misura colf e badanti.Così come auspicava il MoVimento 5 Stelle, il perno del decreto è rappresentato dalla regolarità del contratto di lavoro.  Potranno dunque richiedere il permesso i cittadini stranieri che avevano già un permesso di soggiorno e che dimostreranno di aver lavorato in modo regolare nei settori dell'agricoltura, assistenza alla persona e lavoro domestico. E dal momento in cui effettueranno la richiesta, potranno lavorare esclusivamente nei medesimi settori. Si tratta, in sostanza, di persone che hanno già lavorato recentemente in Italia e continuerebbero a esercitare le stesse mansioni già svolte in precedenza.Si chiude così una vicenda che tanti hanno cercato di sfruttare per il proprio tornaconto elettorale. Qualcuno ci ha accusati di non volere il bene del nostro Paese, altri di non voler supportare le nostre aziende agricole, altri ancora di non avere umanità (addirittura!). Ma per noi è sempre stato l'elemento più umano, il lavoratore, ad essere al centro della questione. Il lavoratore, che da anni si vede calpestare diritti e dignità, sia esso italiano o straniero. Siamo arrivati in Parlamento per tutelarli, quei diritti, non per continuare a calpestarli. Siamo qui per combattere chi usa il lavoro come strumento di ricatto. Siamo qui per risolvere i problemi del Paese e per cambiare in meglio la comunità in cui viviamo. Non è facile, ma stiamo dando il massimo per riuscirci».

Teresa Bellanova, ministra dell'Agricoltura e prima responsabile del provvedimento di regolarizzazione dei migranti ha commentato il via libera in questi termini: «Quando si raggiunge un accordo su diritti, tutela del lavoro e giustizia sociale non perde nessuno ma vincono tutti».

Naturalmente, nelle prossime ore, la macchina della propaganda degli estremisti di destra comincerà a suonare la grancassa per incanalare l'odio delle mandrie dei seguaci al grido di "prima gli italiani". 

Costoro, però, non diranno ai loro fedeli quel che loro stessi hanno fatto in passato. Per semplicità, riporto un passaggio da un articolo dell'Huffington Post che rimedia alla mancanza: 

"Sono stati circa un milione e seicentomila gli immigrati irregolari che hanno beneficiato delle numerose sanatorie dal 1986 al 2012, l'ultima in ordine di tempo. E i governi che più hanno contribuito sono stati proprio quelli di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi. Con il risultato di quasi un milione di regolarizzazioni, attraverso due maxi-sanatorie nel 2002 e nel 2009.Nel 2002 fu proprio la famigerata legge Bossi-Fini a regolarizzare 634mila persone in seguito alla presentazione di 697mila domande, di cui 340mila per colf e badanti e 357mila per lavoratori subordinati. Il 57% delle quali di provenienza dell'Europa centro-orientale: in particolare Romania (135mila) e Ucraina (102mila), quasi equamente divisi tra lavoratori domestici e lavoratori al servizio di impreseUn'altra occasione si aprì nel 2006 con il decreto flussi per l'assunzione annuale di lavoratori stranieri. In questo caso furono 655mila le richieste, arrivate in meno di una settimana con la nuova procedura telematica affidata a datori di lavoro e patronati, un numero quasi quattro volte superiore ai 170mila posti a disposizione.Nel 2009, invece, sempre con un governo di centrodestra, furono 294.744 le richieste di regolarizzazione da parte di colf e badanti ai quali la sanatoria era destinata, nonostante il governo si fosse attrezzato per accogliere tra le 500.000 e le 750.000 richieste, secondo le previsioni del ministero dell'Interno, con alla guida il leghista Roberto Maroni".