La notizia positiva della prima giornata dei colloqui di Ginevra tra Stati Uniti e Russia sulla crisi in Ucraina è che non sia terminata con una rottura tra le due parti che, evidentemente, torneranno a parlarsi anche nei prossimi giorni.
Per il resto, in base al riassunto che ne hanno fatto russi e americani, entrambi continuano a ripetere ciò che già avevano detto e ampiamente ripetuto nei giorni scorsi.
Così, il vicesegretario di Stato Usa, la signora Wendy Sherman, dopo aver descritto il colloquio, durato otto ore, come "franco e schietto" ne ha riassunto i contenuti in questi termini.
Gli Stati Uniti hanno messo sul piatto alcune proposte "preliminari" volte ad allentare le tensioni attuali, tra cui quella di fissare reciprocamente delle limitazioni alle dimensioni e alla portata delle esercitazioni militari e ai negoziati sul dispiegamento di missili e respinto quella della Russia che chiedeva un impegno formale da parte della Nato a non accettare mai in futuro l'ingresso dell'Ucraina nell'alleanza atlantica.
Inoltre, la signora Sherman ha sottolineato che la delegazione statunitense ha chiarito ai russi che qualsiasi invasione avrebbe avuto "costi e conseguenze significativi, ben al di là di quelli che Mosca ha dovuto affrontare nel 2014", in occasione dell'annessione della Crimea, con misure che stgavolta includerebbero sanzioni contro le principali istituzioni finanziarie, controlli sulle esportazioni, riposizionamenti delle forze Nato in Europa e una maggiore assistenza all'Ucraina in tema di sicurezza.
I russi da parte loro, tramite il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, hanno fatto trapelare che le truppe ai confini dell'Ucraina stanno compiendo un'esercitazione all'interno del proprio territorio e che non vi sono piani per un'invasione dell'Ucraina, ma ha anche avvertito gli Stati Uniti di non "sottovalutare i rischi" legati ad un possibile scontro tra Mosca e l'Occidente, lunedì rappresentato al tavolo solo da Washington, al colloquio non partecipavano rappresentanti di Ucraina, Europa e Nato.
La preoccupazione della Russia è quella che l'Ucraina - la parte occidentale dell'Ucraina ancora non sotto il controllo di Mosca - non finisca a far parte dei Paesi Nato dove, a partire dal 1997, sono confluiti tutti (o quasi) i Paesi europei dell'ex Unione Sovietica, dall'Estonia alla Bulgaria.