Il Good Food Institute (GFI) è un'organizzazione americana, senza fini di lucro, che promuove la produzione e la distribuzione di alimenti di origine animale ottenuti tramite la coltivazione di piante o la coltivazione di cellule.

In sostanza, e già oggi è realtà, è possibile mangiare prodotti che all'aspetto e al gusto (nel secondo caso le opinioni sono variabili) sembrano ottenuti con la carne di animali macellati, mentre invece quella carne è stata... coltivata e viene per questo definita "carne pulita".

Nel caso la carne pulita sia vegetale, la sua produzione ha origine dalle radici delle piante di soia, di cui l'eme contenuto nelle sue proteine viene "inserito" in un lievito geneticamente modificato che, tramite un processo di fermentazione, si riproduce generando per l'appunto una carne di origine vegetale.

Un altro metodo per ottenere carne pulita è quello di coltivare cellule di origine animale. In questo caso, però, i vegani non apprezzano lo sforzo scientifico, disdegnando questo tipo di cibo perché la sua origine non è completamente vegetale.

Questioni etiche a parte, la carne pulita è realtà, anche grazie agli sforzi del Good Food Institute, e sta iniziando il suo normale processo di diffusione e di affermazione commerciale con decine di aziende in giro per il mondo che hanno iniziato ad investire e produrre i primi risultati, come dimostrano le americane Impossible Foods e Beyond Meat, con quest'ultima che sta facendo "incetta" di investitori, da di Caprio a Bill Gates.

Mangiare carne pulita non è un'utopia, è solo costoso... come sempre accade per un settore che fa i primi passi sul mercato. Mangiare un hambuger di "carne pulita", o se si preferisce coltivata, costa circa 50 dollari. Alquanto caro, è vero... ma come avviene in questi casi, con nuovi investimenti nella ricerca e aumento della domanda, i prezzi diminuiranno di conseguenza.

Quale potrà essere, in futuro, l'impatto della carne pulita nel settore alimentare? Chi finora si è occupato di allevamento e macellazione vedrà diminuire progressivamente la domanda e gli utili. Dal punto di vista ambientale, l'utilizzo di tale carne diminuirà enormemente il fabbisogno energetico ed alimentare attualmente destinato all'alimentazione animale, rispondendo così in modo positivo al problema della carenza alimentare in rapporto all'aumento della popolazione. Più acqua e vegetali saranno a disposizione della popolazione. Inoltre, facendo uso di quella carne eviteremo di alimentarci anche dei farmaci con cui spesso, se non sempre, viene garantita la salute degli animali.

In tutto questo rimane un dubbio. In futuro non sarà più necessario macellare mucche, maiali e polli che potranno così vivere in tranquillità e morire per cause naturali. Resta da vedere se ci sarà qualcuno che avrà voglia e motivo di allevarli in modo da consentire che si riproducano, mantenendone in vita le specie, anche se non si capisce in base a quale convenienza.