Politica

Governo: la crisi che nessuno, per ora, ha voluto ancora formalizzare

Primo pomeriggio di giovedì 8 agosto.

Il premier Giuseppe Conte torna a Palazzo Chigi dopo essere stato ricevuto al Quirinale, per circa un'ora, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A chi gli chiedeva se fosse andato per presentare le sue dimissioni, Conte ha risposto  che il colloquio è servito a fare il punto della situazione: pertanto, non si sarebbe parlato né di crisi, né di dimissioni del presidente del Consiglio.

Il tempo per le agenzie di battere questa notizia, che la Lega - non il profilo social di Salvini, bensì quello del suo partito - pubblica la seguente nota che si conclude con la richiesta di nuove elezioni:

"Mai chiesto né chiederemo poltrone, lontani da qualsiasi ipotesi di rimpasto di governo. C'è la consapevolezza e la presa d'atto che, dopo le tante cose buone fatte, da troppo tempo su temi fondamentali per il Paese come grandi opere, infrastrutture e sviluppo economico, shock fiscale, applicazione delle autonomie, energia, riforma della giustizia e rapporto con l'Europa tra Lega e 5 Stelle ci sono visioni differenti.

Il voto di ieri sulla TAV ne è solo l'ultima, evidente, irrimediabile certificazione. L'Italia ha bisogno di certezze e di scelte coraggiose e condivise, inutile andare avanti fra no, rinvii, blocchi e litigi quotidiani.

Ogni giorno che passa è un giorno perso, per noi l'unica alternativa a questo governo è ridare la parola agli Italiani con nuove elezioni".


La nota della Lega è in risposta a quella di Luigi Di Maio, capo politico dei 5 Stelle, che in mattinata, dopo aver difeso per l'ennesima volta il no al Tav, aveva scritto:

"I giochini di palazzo non ci sono mai piaciuti e questo dibattito sulle poltrone inizia a stancarmi. Siamo andati al governo non per chiederle, ma per tagliarle. E lo abbiamo messo nero su bianco nel contratto, insieme alla Lega.

C'è una riforma del MoVimento 5 Stelle che aspetta l'ultimo voto il 9 settembre. Il 9 settembre taglieremo definitivamente 345 parlamentari.
Significa che alle prossime elezioni molti vecchi politicanti dovranno iniziare a cercarsi finalmente un lavoro. È una riforma epocale contro i privilegi dei politici e in favore del buon senso. Per anni lo Stato ha saputo solo chiedere, dal 9 settembre invece comincerà a restituire qualcosa indietro ai cittadini: risparmiamo mezzo miliardo di euro da mettere su strade, ospedali, sulla riduzione delle tasse.

Manca solo l'ultimo voto e mi auguro nessuno si tiri indietro all'ultimo minuto, sarebbe gravissimo. Anzi, sarebbe un segnale al Paese. Il segnale di chi non vuol cambiare nulla. Le parole sono belle ma non bastano.

Servono i fatti".


Adesso che Salvini ha spiegato a Di Maio come stanno i fatti, Di Maio lo avrà capito che il Governo non c'è più e, soprattutto, che per lui non c'è più un futuro in politica? Forse è questo che Di Maio non vuole o fa finta di non vedere.

Per il momento, a Salvini, da parte di Conte e di Di Maio non è arrivata alcuna risposta. Possibile che facciano finta di nulla fino alla ripresa dei lavori in Parlamento dopo la pausa estiva?

Autore Marzio Bimbi
Categoria Politica
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