Il ministro multi-incarico e vicepremier della propaganda Luigi Di Maio quest'oggi, tra l'altro, ha dichiarato: «Gli sfollati di Genova hanno perfettamente ragione, non si può lasciare la gente in balia delle elemosine di Autostrade.

Noi stiamo mettendo appunto un Decreto Urgenze che oltre a tante persone abbandonate in Italia come i terremotati di Ischia, i terremotati del Centro Italia, affronterà anche il tema di Genova e soprattutto di coloro che sono sfollati e hanno diritto ad una casa.

Quindi è questione di settimane ma forse anche di giorni e metteremo fuori questo Decreto.»

Come suo solito, il ministro Di Maio è intervenuto con un subitaneo "faremo" per blandire la protesta, dovuta alla preoccupazione per la loro sorte, degli sfollati che abitavano nelle case che sorgono sotto il ponte Morandi.


Stamattina, in Consiglio regionale, una cinquantina di loro aveva inveito nei confronti del commissario per l'emergenza Giovanni Toti - che è anche presidente della regione - per il timore che la questione abitativa fosse messa in secondo piano, e dimenticata, rispetto alle esigenze delle imprese della zona, alla distruzione dei resti del ponte e alle problematiche relative alla sua ricostruzione.

Solo l'intervento del sindaco Bucci, che ha promesso che l'emergenza abitativa sarebbe stata risolta addirittura entro settembre, è riuscito a placare gli animi.

Ma c'è da aggiungere però che il presidente Toti, in qualità di commissario per l'emergenza, non ha per nulla intenzione di assecondare né il Governo, né la sua propaganda.

Così, lette le dichiarazioni di Di Maio, ha pensato bene di rispondergli in questo modo:

«Gli sfollati sono in balia delle elemosine di Di Maio perché i soldi che ricevono sono quelli decisi dal governo, quindi da Di Maio stesso. Se pensa che siano pochi, li aumenti subito, noi siamo più che d’accordo.

Le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case stanno tutte avendo un alloggio pubblico. E a tempo di record, grazie a Comune e Regione.

Mentre di Maio esternava alla stampa il sindaco ed io eravamo riuniti con gli sfollati, per chiarire tutti i dubbi e le comprensibili apprensioni. Per aiutare Genova servono meno polemiche e più fatti concreti.

Noi aspettiamo le leggi che ci consentano di aprire e accelerare cantieri, risarcire cittadini e imprese e ricostruire il ponte.»