"Ci scusiamo per il ritardo nelle nostre comunicazioni, siamo sopraffatti dall'assistere alle 107 persone che abbiamo ancora a bordo. Dopo 18 giorni dal salvataggio, abbiamo ancora casi medici sul ponte. Spero che capiate la difficoltà di gestire questa situazione critica".

Così scrive oggi su Twitter il fondatore di open Arms, Oscar Camps, in attesa di una risposta alla richiesta urgente inviata ieri per poter entrare nel porto di Lampedusa e sbarcare gli ospiti a bordo le cui condizioni psicofisiche sono critiche, e pertanto la loro sicurezza è a rischio come dimostra il caso di tentato sbarco da parte di alcuni che ieri si sono gettati in acqua per raggiungere Lampedusa a nuoto.

In compenso, per modo di dire, continuano a registrarsi copiosi i casi di manifesta follia tra i rappresentanti delle istituzioni italiane. Oltre a quello del ministro dell'Interno, c'è da aggiungere quello del ministro dei Trasporti Toninelli che ha così commentato l'apertura della Spagna, dopo quasi tre settimane, all'offerta di un porto alla Open Arms:

"Un Paese che consente ad una Ong di issare la propria bandiera su una nave, poi non si può girare dall'altra parte. Grazie dunque alla Spagna per aver offerto un porto alla Open Arms, anche se con troppi giorni di ritardo.

La nostra Guardia Costiera è ora a disposizione, ed è pronta ad accompagnare l'Ong verso il porto spagnolo, con tutto il sostegno tecnico necessario, per far sbarcare lì tutti i migranti a bordo.

Auspico che il comandante della nave non si opponga. Sarebbe del tutto incomprensibile.

In generale, basta con questi tira e molla con Paesi Ue che puntualmente fanno finta di non vedere e non sentire e lasciano sola l’Italia a gestire il fenomeno migratorio che, invece, riguarda tutta l'Europa. È quanto mai necessario e impellente cambiare il Regolamento di Dublino".

Quindi, il comico ministro delle Infrastrutture invita la Open Arms a non opporsi ad una soluzione che dopo 18 giorni è ben oltre i limiti dell'impraticabilità, mentre neppure si preoccupa del fatto che un suo collega si stia opponendo da giorni ad una sentenza di un tribunale.

Può darsi che per Toninelli la soluzione alla vicenda della Open Arms, come già dichiarò per il ponte Morandi, sia dietro l'angolo... una questione di mesi, al massimo anni!

Immancabile, poi, il commento odierno di Matteo Salvini che, intervenendo a "Radio anch'io", ha ribadito il no allo sbarco dei migranti dalla nave Open Arms, sostenendo come sulla nave della Ong spagnola vi siano "minorenni che non lo sono, malati che non lo sono".

"Perché non vanno in Spagna - ha aggiunto - che si è detta disponibile ad accoglierli?". Non soddisfatto delle castronerie dette ha poi dichiarato: "In 18 giorni andavano e tornavano da Ibiza e Formentera 3 volte [dimenticando che solo ieri la Spagna ha offerto un POS e che in base al diritto internazionale, rispetto a dove la open Arms si trovava, il primo più vicino era ed è quello di Lampedusa], questa per loro è una battaglia politica".  

Per Salvini, salvare vite in mare sarebbe fare una battaglia politica! E allora come definire il prendere in ostaggio delle persone per utilizzarle per la propria propaganda?