Chi non muore si rivede... e si rilancia. Il soggetto sulla rampa di lancio di Cape Canaveral della politica italiana non è certo uno qualunque, ma quello stesso Silvio Berlusconi che ha governato (e non solo) l'Italia per circa un ventennio, e che tra i suoi maggiori meriti ci sono l'aver rilanciato in modo incontrollabile il debito pubblico del Paese e l'aver messo alla berlina l'Italia con lo scandalo delle cosiddette olgettine.

Berlusconi non può essere ricordato per le riforme, ma a quelle ha provveduto il suo clone, lo pseudo statista del contado fiorentino, quel tal Matteo Renzi, che dell'ex cavaliere è sicuramente uno dei più ferventi ammiratori.

Berlusconi ha utilizzato la vittoria alle regionali in Sicilia della coalizione di centrodestra, che tra i numerosi primati annovera anche quello di avere ben due indagati tra i deputati eletti senza che l'Ars non abbia ancora riunito il nuovo Parlamento, per dimostrare coram populo quanto sia ancora indispensabile alla vita pubblica del Paese.

E Berlusconi tanto è necessario alla vita pubblica dell'Italia che persino il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, nel caso non fosse il clone Renzi a vincere le prossime politiche, ha pubblicamente dichiarato - salvo ritrattare non si capisce bene su quali basi - di preferire a capo del prossimo Governo il tycoon brianzolo, piuttosto che un qualsiasi rappresentante del Movimento 5 Stelle.