Le partite sono ricominciate ma il vero calcio rimane un’ipotesi. Nelle prime uscite ufficiali (come hanno dimostrato le tre sfide di Coppa Italia e anche i primi due incontri di campionato, specie quello tra Cagliari e Verona che sono due squadre che fondano il loro gioco sull'aggressività) è mancato l’aspetto agonistico più di quello tecnico. D’altra parte i ritmi blandi andavano messi in preventivo a causa dello stop di circa cento giorni per l’emergenza coronavirus.

A ogni modo la Coppa Italia, secondo trofeo nazionale, è stata vinta dal Napoli con merito grazie a un’accorta disposizione tattica. In carenza di forza fisica le sfide sono spesso risolte dalla migliore organizzazione di gioco, alla quale va comunque abbinata la prodezza individuale.

Nell’undici di mister Gattuso, il ruolo basilare per la conquista del trofeo è stato svolto da Meret, abile a sventare il rigore battuto da Dybala nell’appendice del confronto chiuso in parità dopo i tempi regolamentari.

Al di là dei tifosi per l’una o l’altra squadra, la bella prestazione del portiere azzurro ha fatto piacere agli sportivi neutrali, seduti davanti al piccolo schermo. Il 23enne estremo difensore friulano aveva il compito di sostituire lo squalificato Ospina, superlativo nella semifinale con l’Inter, dovendo pure riscattare alcune prove negative.

Anche il c.t. Roberto Mancini, fra i pochi presenti in tribuna all’Olimpico di Roma, ha sorriso, pensando al campionato europeo.

Carlo Salvadori



Calcio "Mon amour"
Rubrica di calcio a cura di Carlo Salvadori Blog "I love you Toscana".
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