In Italia, 4 adulti su 10 sono in eccesso ponderale: 3 in sovrappeso e 1 obeso. Un dato allarmante, che nasconde profonde disuguaglianze territoriali, socioeconomiche e generazionali. Il Meridione rimane l'area più colpita, con Molise, Campania, Basilicata e Puglia in testa: quasi metà della popolazione residente combatte con chili di troppo. Tuttavia, il divario storico tra Nord e Sud si è leggermente attenuato negli ultimi 15 anni, grazie a un lento ma costante aumento dei casi nelle regioni settentrionali.

È quanto emerge dal sistema di sorveglianza Passi e Passi d'Argento 2022-2023 dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), presentato in vista del World Obesity Day, la Giornata Mondiale dell'Obesità del 4 marzo.  

Il tema scelto per il 2025 punta a coinvolgere sistemi sanitari, governi, luoghi di lavoro e media in un approccio integrato per contrastare l'obesità, riconosciuta come condizione cronica complessa. Il rischio è chiaro: chi è in sovrappeso, se non interviene, può progredire verso l'obesità, aumentando il pericolo di malattie cardiovascolari, diabete, tumori e problemi articolari. Eppure, nonostante le criticità, i medici sembrano sottovalutare il problema, dedicando attenzione soprattutto agli obesi e trascurando chi è in sovrappeso, come evidenziano i dati ISS.  

Chi Paga il Prezzo Più Alto? Queste le disuguaglianze in numeri:

  • Genere: Gli uomini sono più colpiti (52%) rispetto alle donne (34%).  
  • Economia ed Istruzione: Il 52% di chi fatica ad arrivare a fine mese è in eccesso ponderale, contro il 39% di chi non ha problemi economici. Tra chi ha solo la licenza elementare, la quota sale al 63%, mentre scende al 32% tra i laureati.  
  • Età: La prevalenza aumenta con gli anni, raggiungendo il picco del 58% tra i 65-74enni, per poi calare dopo i 75 anni (46% tra gli over 85), spesso a causa di perdite di peso involontarie legate a patologie.  

Se il Meridione detiene ancora il primato negativo, il gap con il Nord si è ridotto. Negli ultimi 15 anni, le regioni settentrionali hanno registrato un incremento modesto ma costante di casi, mentre al Sud la situazione è rimasta stazionaria. Un segnale che l'obesità non è più solo un “problema del Sud”, ma una sfida nazionale.  

Solo metà delle persone in eccesso ponderale riceve dal medico il consiglio di dimagrire. Ancora meno frequente è l'invito a fare attività fisica. Eppure, quando il messaggio arriva, funziona: il 46% di chi riceve il consiglio segue una dieta, contro il 17% di chi non lo riceve. Paradossalmente, proprio al Sud, dove il problema è più grave, i sanitari sembrano meno propensi a intervenire.  

World Obesity Day 2025: serve un cambiamento collettivo. La Giornata Mondiale richiama l'urgenza di agire su più fronti:  

  1. Prevenzione: Promuovere stili di vita sani fin dall'infanzia.  
  2. Formazione dei Medici: Sensibilizzare gli operatori a non trascurare il sovrappeso, stadio iniziale reversibile.  
  3. Politiche Pubbliche: Creare ambienti urbani che favoriscano il movimento e l'accesso a cibo salutare a costi contenuti.  

L'eccesso ponderale in Italia è una crisi silenziosa, che alimenta disuguaglianze e rischia di sovraccaricare il sistema sanitario. Combatterlo richiede non solo consapevolezza individuale, ma un impegno corale: dai media che smettano di normalizzare il sovrappeso, ai decisori politici che investano in prevenzione. Perché, come ricorda l'ISS, “dietro ogni chilo in più c'è una storia complessa, ma anche una possibilità di cambiamento”.