Corruzione, riciclaggio, reati fiscali. Sono questi i fenomeni che spesso si celano dietro a operazioni finanziarie sospette che mostrano, nel 2020, numeri molto preoccupanti. A fornire i dati è l’Ufficio Unità Finanziaria della Banca d’Italia che segnala in tutta Italia ben 113.187 operazioni sospette nell’anno 2020.

Come afferma la Banca d’Italia nella sua relazione,  le operazioni finanziarie sospette riguardano principalmente le attività di riciclaggio connesse alla criminalità organizzata ed in parte alla corruzione e all’evasione fiscale, fenomeni intrecciati fra loro e con interconnessioni in buona parte coinvolgenti proprio le nuove mafie.

Si manifestano forme di infiltrazione sempre più pervasive basate sul controllo di imprese tramite prestanome o sulla non estromissione dei titolari che a seguito di attività usurarie o estorsive restano nelle società e ne garantiscono la fedina penale pulita.  

Questi dati, spiega Vincenzo Musacchio - tra i massimi esperti di strategie di lotta alla criminalità organizzata - devono farci preoccupare e non poco. I flussi sospetti hanno avuto come principali paesi di destinazione Romania, Senegal, Marocco e Albania. Questo dimostra come le nuove mafie siano ormai organizzazioni transnazionali. Il rischio di infiltrazioni criminali si verifica soprattutto nel settore degli aiuti economici che riguardano settori produttivi e in questo periodo soprattutto il settore medico sanitario a causa della pandemia. Le vulnerabilità più evidenti riguardano oltre i classici settori di operatività delle mafie (edilizia, ristorazione, turismo) anche gli appalti e le sovvenzioni nella sanità pubblica e privata e il mercato della farmaceutica e dell’assistenza sanitaria. Si va dall’acquisto di farmaci, mascherine, visiere, camici, tute speciali, altri dispositivi di protezione individuale, respiratori polmonari, tamponi e i conseguenti rifiuti sanitari. Le operazioni sospette specialmente in questo periodo di crisi economica si evidenzieranno anche nelle truffe, nei fenomeni corruttivi, in possibili manovre speculative, nonché nel rischio di usura, di acquisizione diretta o indiretta delle imprese da parte di organizzazioni criminali. Da tenere sotto controllo anche i possibili abusi sia nella fase di accesso al credito garantito dalle diverse forme di intervento pubblico sia in sede di utilizzo delle risorse disponibili, come pure il pericolo di azioni illegali realizzate on line. Siamo di fronte a nuove mafie non facilmente percettibili ma certamente più letali delle precedenti.


Vincenzo Musacchio giurista e docente di diritto penale, è associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA). Ricercatore dell'Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. E’ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.