Giorgia Meloni si dice “molto orgogliosa e soddisfatta” della manovra finanziaria appena varata dal suo governo: “Voglio ringraziare Antonio Tajani, Matteo Salvini, il ministro Giorgetti e tutti i ministri” per quella che definisce “una manovra seria e di buon senso”.
Una manovra che invece, medici e infermieri, giudicano ‘deludente’.
GOVERNO: Aumenti dell’indennità per medici, infermieri e specializzandi:
Arrivano gli aumenti alle indennità di medici e infermieri e del trattamento economico degli specializzandi. Per questi ultimi è previsto un maggiore aumento economico per alcune specializzazioni ‘meno ambite’, a partire da Medicina d’urgenza e Anestesia. Lo prevede il testo della manovra che, all’art. 61, prevede l’incremento dell’indennità di specificità “allo scopo di valorizzare le caratteristiche peculiari della dirigenza medica e veterinaria dipendente dal Ssn”.
I valori dell’indennità di specificità “sono incrementati nei limiti degli importi complessivi lordi di 50 milioni di euro per il 2025 e 327 milioni annui, a decorrere dal 2026”. Per i medici in formazione specialistica (art. 59), a decorrere dall’anno accademico 2025/2026, “la parte fissa del trattamento economico è aumentata per tutte le specializzazioni di una percentuale pari al 5% e la parte variabile è aumentata di una percentuale pari al 50% per le seguenti specializzazioni: Anatomia patologica, Anestesia Rianimazione, Terapia Intensiva e del dolore, Audiologia e foniatria, Chirurgia Generale, Chirurgia Toracica, Farmacologia e Tossicologia Clinica, Genetica medica, Geriatria, Igiene e medicina preventiva, Malattie Infettive e Tropicali, Medicina di comunità e delle cure primarie, Medicina d’emergenza-urgenza, Medicina e Cure Palliative, Medicina interna, Medicina nucleare, Microbiologia e virologia, Nefrologia, Patologia Clinica e Biochimica Clinica, Radioterapia, Statistica sanitaria e Biometria”.
L’articolo 62 prevede anche l’incremento dell’indennità di specificità di dirigenza sanitaria non medica.
Ai fini poi del riconoscimento e della valorizzazione delle competenze e delle specifiche attività svolte dagli infermieri, dipendenti dalle aziende e dagli enti del SSN, nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, gli importi dell’indennità di specificità infermieristica per il triennio 2019-2021, “sono incrementati, nei limiti degli importi complessivi lordi di 35 milioni di euro per l’anno 2025 e di 285 milioni di euro annui a decorrere dal2026”.
Aumentano anche le indennità dei dipendenti del Ssn appartenenti alle professioni sanitarie della riabilitazione, della prevenzione, tecnico-sanitarie e di ostetrica, alla professione di assistente sociale nonché agli operatori sociosanitari: nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021, sono incrementate nei limiti degli importi complessivi lordi, di “15 milioni di euro per l’anno 2025 e di 150 milioni di euro annui a decorrere dal 2026”.
Cresce, infine, l’indennità di Pronto soccorso, per riconoscere le particolari condizioni di lavoro di medici e sanitari di questo settore: con decorrenza dal 1° gennaio 2025, l’aumento è di “50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità e con decorrenza dal 1° gennaio 2026 di ulteriori 50 milioni di euro complessivi, di cui 15 milioni di euro per la dirigenza medica e 35 milioni di euro per il personale del comparto sanità”.
MEDICI: Sciopero Nazionale il 20 novembre contro la manovra: “17 euro in più al mese? Briciole che offendono l’intera categoria”:
Una legge di Bilancio “deludente”. È il giudizio senza appello dei medici che proclamano uno sciopero nazionale di 24 ore per protestare contro la Manovra 2025. I sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, confermando la manifestazione del 20 novembre annunciata contro le violenze e le aggressioni agli operatori della sanità, “proclamano lo sciopero nazionale di 24 ore nella stessa giornata di medici, dirigenti sanitari, infermieri e professioni sanitarie ex legge 43/2006”.
“Il testo della legge di Bilancio per il 2025 – affermano i rappresentanti dei lavoratori in una nota – conferma la riduzione del finanziamento per la sanità rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane e cambia le carte in tavola rispetto a quanto proclamato per mesi”.
“Non possiamo restare in silenzio dinanzi all’ennesima presa in giro del personale sanitario e dei cittadini, dinanzi alle giravolte del ministero dell’Economia che vanificano gli sforzi del ministero della Salute e al voltafaccia di coloro che lavorano per spingere il personale sanitario ad abbandonare la sanità pubblica”, dichiarano il segretario di Anaao Assomed Pierino Di Silverio, il presidente di Cimo-Fesmed Guido Quici e il presidente di Nursing Up Antonio De Palma.
La Manovra, incalzano i sindacati, prevede un aumento dell’indennità di specificità medica sanitaria “di 17 euro nette per i medici e 14 euro netti per i dirigenti sanitari per il 2025, 115 euro nel 2026 per i medici e zero per i dirigenti sanitari, mentre nelle tasche degli infermieri arriverebbero per il 2025 circa 7 euro e per il 2026 circa 80 euro, e non va meglio per le altre professioni sanitarie ex legge 43/2006”.
Peraltro, continuano nella nota, “si parla di risorse legate, per la maggior parte, a un contratto la cui discussione inizierà solo tra almeno 2 anni, e che arriveranno nelle tasche degli interessati chissà quando. Insomma, in sostanza briciole che offendono l’intera categoria”.
L’aumento di 1,3 miliardi del Fabbisogno sanitario nazionale nel 2025, “ben distante dai 3,7 miliardi annunciati”, viene ritenuto “non sufficiente a ridare ossigeno a un Servizio sanitario nazionale boccheggiante”. E “l’incremento delle borse di specializzazione meno richieste, sebbene apprezzabile, non sarà di certo sufficiente a convincere i giovani medici ad iniziare un percorso formativo che li porterà a lavorare in condizioni inaccettabili”. Si è poi “persa traccia del piano straordinario di assunzioni e dello sblocco del tetto di spesa per il personale. Si continua a rimandare ad un futuro più o meno prossimo la soluzione di un’emergenza che invece medici e infermieri vivono oggi, e che necessita oggi di provvedimenti realmente risolutivi”.
“Quelli annunciati prima della firma della Manovra erano provvedimenti che, sebbene non risolutivi, avrebbero potuto rappresentare segnali di attenzione nei confronti di medici e infermieri dipendenti del Ssn”, osservano Di Silverio, Quici e De Palma. “E invece – proseguono – ci troviamo di fronte agli ennesimi proclami sensazionalistici a cui fa seguito una realtà deludente e a dir poco imbarazzante, che ci costringe ad alzare gli scudi per difendere il Ssn, l’istituzione più preziosa di questo Paese, e i suoi professionisti. Non possiamo essere complici dell’ormai evidente smantellamento del Ssn. Il personale scappa quotidianamente dagli ospedali pubblici, le liste d’attesa sono interminabili, le aggressioni e le denunce sono all’ordine del giorno e si continua a destinare pochi spiccioli alla sanità pubblica, che peraltro poi non vengono spesi in modo corretto dalle Regioni, e ad aumentare i finanziamenti per la sanità privata, che si arricchisce spudoratamente sulle spalle degli infermieri e dei medici dipendenti, che attendono da quasi 20 anni il rinnovo del contratto, guadagnando sino al 47% in meno rispetto ai colleghi del pubblico. Non possiamo rassegnarci alla ormai lampante privatizzazione della sanità e alzeremo la voce per portare anche i cittadini dalla nostra parte. In gioco non ci sono solo dei dovuti riconoscimenti per il personale sanitario, necessari a impedire lo svuotamento degli ospedali: in gioco c’è la tutela della salute di tutti noi”.