Ieri, Matteo Renzi, in qualità di segretario del PD - secondo le sue parole pronunciate all'Assemblea Nazionale di domenica scorsa - è andato a Milano ad incontrare il suo amico mentore Barack Obama, approdato nel capoluogo lombardo per tenere una conferenza di un'oretta all'evento Seeds and Chips 2017.

Naturalmente, Renzi non poteva non parlarci dell'incontro con Obama e ricordarci quali sono le sue considerazioni nei suoi confronti: "un grande leader e un punto di riferimento per molti di noi. Non credo ci sia stato meeting internazionale dalla Nato al G20, dal G7 ai vertici bilaterali in cui non mi abbia dato consigli, suggestioni, spunti. Fino ovviamente alla visita di stato ufficiale, l'ultima della sua amministrazione, che ha voluto dedicare all'Italia con un gesto di amicizia davvero impressionante."

Ecco... adesso sappiamo che le vaccate, di natura politica, di cui Matteo Renzi è stato artefice hanno avuto anche il contributo di Barack Obama... ammesso che sia vero, a parziale discolpa dello stesso Obama.

Ma Renzi, che affida a facebook la sua esternazione obamiana, ci parla anche di un progetto futuro dell'ex presidente USA, da realizzare nei prossimi anni, che si aggiunge a quelli relativi alla Biblioteca Presidenziale, al libro e alle conferenze.

Il progetto di Obama riguarda "un lavoro strutturato e capillare di formazione di giovani leader in tutto il mondo. Perché questo è il punto chiave per il futuro: nel mondo della post-verità e delle fake news educare all'approfondimento, alla leadership, allo studio una generazione di persone che sono già interconnesse e che insieme possono cambiare la società globale. La nuova generazione, insomma, è quella che può sconfiggere il populismo con il proprio impegno. I ragazzi come i depositari della sfida più intrigante del nostro tempo: persone su cui scommettere, facendo leva sull'ottimismo e sulla tenacia. Yes, we can.

Ieri il Presidente Obama mi ha illustrato i dettagli di questa grande sfida. Sarà affascinante collaborare anche dall'Europa a questo progetto che avrà sede in Chicago. E sarà affascinante farlo con i giovani italiani che vogliamo coinvolgere nella cosa pubblica perché questo è e sarà una delle chiavi del mio mandato alla guida dei democratici italiani."

La faccia tosta di Matteo Renzi va ben oltre il sopportabile... e per fortuna il nuovo Renzi avrebbe dovuto essere diverso dal precedente! Il re, che dico, l'imperatore della bugia, il teorico del fare l'esatto contrario di ciò che dice vuole collaborare ad un progetto di formazione di una futura classe dirigente che dovrebbe poi operare anche in Italia per contrastare fake news e populismo? Non si sa se prendere tale affermazione come una battuta o una provocazione!

Un progetto, poi, organizzato da un ex presidente USA che ha fatto solo una piccola parte di ciò che aveva promesso nel suo programma elettorale e tanta è stata la delusione di alcuni settori sociali che Obama avrebbe dovuto aiutare che questi, alle successive elezioni, hanno finito per votare per Donald Trump!

E che cosa di democratico possa insegnare un signore che, nonostante abbia firmato un contratto per un libro autobiografico da 65 milioni di dollari si faccia anche pagare quasi 3 milioni di euro per parlare di che cosa mangiava alla Casa Bianca, è sinceramente difficile da comprendere.

Su questo punto Matteo Renzi ha preferito sorvolare e non ha fornito alcuna spiegazione, come neppure ha fornito spiegazioni sulla cena che ha fatto da cornice all'incontro in cui hanno partecipato politici e imprenditori... selezionatissimi.

Come selezionatissimo è stato il menù, preparato da chef tre stelle Michelin in cui sono stati serviti, solo come stuzzichini, mondeghilli, crostini al Salva cremasco e al peperone lombardo, lecca-lecca al grana padano, cannolo siciliano con burrata e pomodoro candito, pane di Altamura con burro di malga alle erbe, carpaccio di branzino, crostino con salsa tonnata e acciuga delle Cinque Terre.

Invece come primi e secondi piatti, la lista è risultata più contenuta: gnocco di ricotta e patate ripieno di formaggio Branzi e servito su un letto di barba dei frati con una grattata di tartufo di Bracca e alette di vitello alla California, dal nome della Cascina di provenienza. Come dolce, un tiramisù presentato e realizzato in versione moderna.

Decisamente un ottimo antipasto della democrazia in base alla quale, secondo Matteo Renzi, dovrebbe essere formata la futura classe dirigente... anche del nostro paese. Evviva!