A Ramallah, il 14 e 15 gennaio si è tenuto il Comitato centrale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).
Nella dichiarazione redatta a conclusione della riunione è stato comunicato che l'OLP dichiara terminato il periodo di transizione previsto negli accordi firmati a Oslo, Cairo e Washington. Pertanto, anche tutti gli obblighi indicati in tali accordi non hanno più valore.
Quanto accaduto - in base a quanto detto da Abu Mazen - fa seguito alle dichiarazioni e alle decisioni di Trump sulla situazione in Medio Oriente, culminate con il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato israeliano.
Le decisioni del Comitato Centrale sono state riassunte in un documento finale di cui, di seguito, sono riportati i passaggi più significativi.
Alla comunità internazionale si chiede di assumersi le proprie responsabilità sulla base delle risoluzioni delle Nazioni Unite per porre fine all'occupazione israeliana e consentire allo Stato della Palestina di esercitare la piena sovranità sul suo territorio, Gerusalemme Est inclusa, in base ai confini del 4 giugno 1967.
L'OLP non riconoscerà lo Stato di Israele fin quando Israele non riconoscerà lo Stato della Palestina in base ai confini del 1967 e revocherà la decisione di annettere Gerusalemme Est oltre a quella di espandere gli insediamenti in Cisgiordania.
Tra le decisioni del Comitato Centrale vi è anche quella relativa ad interrompere l'azione di coordinamento relativo alla sicurezza in tutte le sue forme, oltre che di uscire dalla dipendenza economica sancita dall'accordo di Parigi per raggiungere l'obbiettivo della piena indipendenza della propria economia nazionale.
Tra le varie dichiarazioni, da sottolineare anche quella relativa alla condanna del regime di apartheid messo in atto da Israele, per impedire la creazione di uno Stato palestinese indipendente.
Nel documento, infine, si riafferma la determinazione del popolo palestinese a resistere con tutti i mezzi possibili per sconfiggere l'occupazione israeliana ed il regime di apartheid e rifiutare qualsiasi suggerimento per soluzioni provvisorie all'attuale situazione, incluse quelle che prevedano uno Stato con confini temporanei ed il riconoscimento di Israele come Stato ebraico.
Quali potranno essere le conseguenze di questo documento, poco evidenziato dai media ma che rischia di peggiorare ulteriormente la già precaria situazione in Medio Oriente, è difficile prevederlo. Che ciò consenta ai palestinesi di "forzare" l'attività diplomatica delle Nazioni Unite per affrettare i tempi di una soluzione diplomatica è una possibilità, come una possibilità rimane anche quella dell'intensificarsi di azioni militari da parte di entrambi gli attori di questo conflitto.
A questa pagina è possibile leggere la traduzione in inglese, seppur non ufficiale, del documento finale del Comitato Centrale dell'OLP del 14 e 15 gennaio rilasciata dall'agenzia di stampa dell'Autorità Nazionale Paslestisnese.