Alla prima udienza del 9 giugno 2022 presso il Tribunale di Milano, la difesa di Salvini aveva chiesto la non punibilità per il proprio assistito ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione, in ragione del suo status di senatore e di ministro degli Interni (incarico ricoperto all'epoca dei fatti), invocando l'assoluzione o in alternativa la sospensione del processo e la trasmissione degli atti al Senato perché fosse quella camera a decidere sulla procedibilità o meno. Il Tribunale decise per la seconda possibilità.

La richiesta del legale di Salvini era relativa alla denuncia in cui il senatore leghista è imputato del delitto di diffamazione continuata e aggravata di cui agli articoli 81 e 595, commi 1, 2 e 3 del codice penale per aver offeso la reputazione di Carola Rackete, comandante della nave Sea Watch 3, con riferimento alla missione con soccorso in mare di 53 persone nella zona SAR libica del 12 giugno 2019. In particolare, il senatore Salvini è accusato di aver proferito nei confronti di Carola Rackete, tra il 15 giugno e il 19 luglio 2019, diverse frasi offensive su Facebook e Twitter, nonché nel corso di un'intervista durante la trasmissione televisiva «Fuori dal coro».

Che cosa aveva detto Salvini nei confronti di Carola Rackete?

«Chi sbaglia paga. Non dico solo quella sbruffoncella di questa comandante che fa politica sulla pelle di qualche decina di immigrati» (26 giugno 2019). «Nel mezzo, la decisione del giudice sulla conferma o la revoca degli arresti per la criminale tedesca» (1° luglio 2019). «Nessun problema: per la comandante criminale (...) è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese» (2 luglio 2019). «Sono semplicemente incazzato per una sentenza che libera una delinquente» (3 luglio 2019). «Questa ricca tedesca fuorilegge...la liberazione di una criminale, che in questo momento è libera di mangiarsi spaghetti aglio, olio e peperoncino e di andare in giro per l'Italia, magari tornando a provare a delinquere». «La ricca e viziata fuorilegge tedesca sul primo aereo a destinazione Berlino». «La capitana è una fuorilegge». «Quella povera donna, che ha solo provato ad ammazzare cinque militari italiani». «Questi non sono soccorritori, questi sono complici, questi sono potenziali assassini. Questi sono criminali» (3 luglio 2019). «Io sto con le donne che difendono la legge, la vita e i confini, non con le delinquenti» (3 luglio 2019). «La nave olandese gestita dalla ricca tedesca per speronare i finanzieri italiani... Una nave di pirati» (4 luglio 2019).«Non è colpa della comandante fuorilegge». (4 luglio 2019). «Infrange leggi e attacca navi militari italiane, e poi mi querela. Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca». (5 luglio 2019). «Carola, voglio dire, uno basta che la guardi in faccia». «Pure Carola mi ha denunciato. Cioè, tra le tante denunce, pure la zecca tedesca mi ha denunciato» (18 luglio 2019). «Non vedo l'ora di espellere questa viziata comunista tedesca!». «Hanno rischiato la vita per colpa della comandante criminale». (19 luglio 2019)

Quindi, Matteo Salvini, che in quel momento era ministro della Repubblica, ha detto a una cittadina tedesca 5 volte «criminale», 4 volte «fuorilegge», 2 volte «viziata comunista tedesca», 2 volte «delinquente», 1 volta «sbruffoncella», 1 volta «zecca tedesca», 1 volta «povera donna», nell'arco di una quarantina di giorni.

A seguito della richiesta del Tribunale, la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato aveva trattato il caso a fine febbraio, negando la richiesta di autorizzazione.

Questo mercoledì, il Senato è stato chiamato ad esprimersi sul parere della Giunta, presentato in Aula dal relatore Meinhard Durnwalder, che ha chiuso il suo intervento con queste parole:

"In conclusione, la Giunta propone quindi all'Assemblea di deliberare che le dichiarazioni rese dal senatore Matteo Salvini costituiscono opinioni espresse da un membro del Parlamento nell'esercizio delle sue funzioni e ricadono pertanto nell'ipotesi di cui all'articolo 68, primo comma della Costituzione".

Che cosa dice l'articolo 68 della Costituzione?«I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni».

Queste le considerazioni espresse in Aula, in dichiarazione di voto, dal senatore dem Alfredo Bazoli:

"I membri del Parlamento non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni. Ora, se uno dice di una persona «criminale» (cinque volte), «delinquente» (due volte), «fuorilegge» (quattro volte), «povera donna, zecca tedesca, sbruffoncella», queste sono opinioni o sono insulti? E gli insulti non sono coperti dalle guarentigie. Anche in questo caso ce lo dice la Corte costituzionale, se non ci arriviamo noi con il buon senso. La Corte costituzionale ci dice che la prerogativa parlamentare di cui all'articolo 68 non può essere estesa sino a ricomprendere gli insulti, solo perché collegati con le battaglie condotte da esponenti parlamentari. Perché non possono essere ricompresi gli insulti? Perché giustamente i regolamenti parlamentari stessi negano l'ingresso nei lavori delle Camere agli scritti o alle espressioni sconvenienti, quindi a fortiori - dice la Corte - le stesse espressioni non possono essere ritenute esercizio della funzione parlamentare quando usate al di fuori delle Camere stesse.In ogni caso, anche a fregarsene delle risultanze della Corte costituzionale sul fatto che l'articolo 68 non può essere applicato ai Ministri, non potremmo giustificare le espressioni utilizzate dal ministro Salvini, perché non si tratta di opinioni, ma si tratta di insulti, tra l'altro pronunciati nell'arco di un mese e mezzo, cosa che non era mai capitata. Sono dieci anni che faccio parte delle Giunte delle elezioni e delle immunità parlamentari (prima ero alla Camera) e non mi è mai capitato che dovessimo valutare la sindacabilità o meno di episodi che duravano un mese e mezzo, cioè di un vero e proprio linciaggio verbale di un mese e mezzo nei confronti di una persona. Non è mai capitato; sono episodi singoli di solito. Non possiamo ora introdurre un precedente in base al quale basta depositare un atto in quest'Aula per essere autorizzati a insultare per due mesi una persona. È assurdo, è illogico, è inconcepibile, è inaccettabile. Per queste ragioni, mi pare evidente che noi voteremo contro questa relazione, perché riteniamo che essa e il voto di maggioranza che dovesse accoglierla non fanno un buon servizio alla politica, anzi gettano discredito sulla politica e su quest'Aula".

Bene! E come è andata a finire? Che il Senato ha votato negando la richiesta di autorizzazione a processare Salvini.

Il cosiddetto "capitano" Salvini - capitano della qualunque, meglio capitan fuggiasco, di sicuro non coraggioso - è lo stesso che ha portato a processo Roberto Saviano  per diffamazione per averlo definito, nel 2018, "ministro della mala vita":

"Salvini - ha dichiarato Saviano - mi porta a processo per un reato d'opinione, per averlo definito Ministro della Mala Vita. Piacerebbe, a Salvini, poter dire: 'querelo Saviano che mi ha definito malavitoso', ma la questione è un tantino più complessa. Gaetano Salvemini definì Giovanni Giolitti 'Ministro della Mala Vita', perché utilizzava il sud Italia come bacino di voti dimenticandolo una volta vinte le elezioni". 

La domanda che anche un decerebrato riuscirebbe a porsi è evidente:

"Perché Salvini pretende di aver espresso un'opinione nel caso di Carola Rackete, mentre ritiene invece di esser stato offeso dalle parole di Saviano?"

Inutile attendere risposta da capitan fuggiasco che oggi si è ben guardato di informare di quanto accaduto in Senato i suoi seguaci che ne seguono le "gesta" sui suoi profili social.