Giovedì Israele si ritroverà sul banco degli imputati davanti alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja per difendersi dall'accusa di genocidio.
Dai sionisti, la sola idea che lo Stato ebraico possa essere accusato di tale reato è giudicata come assurda e incomprensibile perché, secondo loro, sarebbe normale e comprensibile rispondere ad un crimine (quello commesso da Hamas il 7 ottobre) con un crimine dieci, venti, trenta volte più grande di quello subito.
Vendetta e punizione sono gli strumenti che per decenni hanno consentito allo Stato ebraico di supportare la sua convenientissima politica di apartheid che ha permesso di far prosperare il Paese ai danni del popolo palestinese.
Sionisti e loro complici, Stati Uniti in testa, hanno iniziato una campagna di delegittimazione e di minimizzazione nei confronti delle Nazioni Unite, del Sudafrica e di chiunque ritenga che le accuse di cui si dovrà occupare la Corte Internazionale di Giustizia siano fondate.
L'accusa presentata dal Sudafrica sostiene che Israele abbia violato la Convenzione sul genocidio, di cui è firmataria, portando come prova l'enorme numero di civili palestinesi uccisi durante la guerra, la distruzione di abitazioni, infrastrutture, scuole, ospedali... e la sospensione di beni primari alla sopravvivenza, quali cibo, acqua, medicinali, carburante... con lo scopo di commettere un genocidio contro i palestinesi in Gaza.
A tutto questo, si aggiungono le numerose dichiarazioni rilasciate dai ministri del governo Netanyahu sui palestinesi di Gaza e sulla volontà di volerli sradicare da quel territorio.
Una sentenza definitiva su tale accusa potrebbe richiedere mesi, probabilmente anni. Per questo, il Sudafrica ha chiesto alla corte di emettere sentenze provvisorie contro Israele che potrebbero oscillare dalla richiesta di un maggiore afflusso di aiuti umanitari a Gaza fino alla richiesta di un cessate il fuoco totale e immediato.
Quello che teme Israele, è che una sentenza provvisoria confermi che la denuncia presentata dal Sudafrica sia confermata e questo metterebbe il Paese in grave imbarazzo ed in grave difficoltà dal punto di vista diplomatico a livello internazionale, rendendo difficile, se non impossibile, proseguire i rapporti con i suoi alleati storici alla stessa maniera... a meno che Stati Uniti ed Europa, che pretendono di essere paladini di legalità e democrazia, decidano di fregarsene del diritto internazionale e dei diritti umani. Il che non sarebbe una novità!