Intorno alle 17 di giovedì, il ministro dell'Interno Matteo Salvini postava su Facebook di essere al Viminale, "al lavoro insieme al ministro dell'Agricoltura per una soluzione che restituisca ai pastori sardi dignità e valore al loro straordinario lavoro, tutelando il latte e le produzioni italiane".
Con un "Vi tengo aggiornati", ha poi concluso il suo post.
Dopo un'ora di lavoro, sempre su Facebook, Salvini ci ha aggiornato su ciò che stava accadendo con il seguente post.
C'è da immaginare che, trattandosi di pastorizia, il cane, dei pastori attivo collaboratore, non potesse non finire per essere argomento del vertice.
Poi, dopo un'altra ora, Salvini ha inviato quest'altro post...
In questo caso, quale sia la relazione tra migranti e pastori sardi non si riesce a spiegare, ma anche di questo, evidentemente, si deve essere parlato al vertice in corso al Viminale.
Ma non è la sola delle tante cose che non si riescono a spiegare in relazione a questa vicenda, a partire dal perché se ne occupi anche il ministro dell'Interno e non il presidente del Consiglio o il ministro dello Sviluppo economico.
Non solo. C'è da chiedersi anche che valore abbiano le dichiarazioni dei ministri di questo governo. Oggi, infatti, il leghista Centinaio è al Viminale insieme a Salvini a risolvere - dicono loro - i problemi dei pastori sardi.
Ma Centinaio, l'11 febbraio pubblicava la seguente nota dopo aver incontrato a Cagliari - insieme al premier Conte - gli allevatori sardi:
"Abbiamo parlato con i pastori e le associazioni di categoria, l'idea è quella di aprire un tavolo di filiera subito per il 21 di febbraio al Ministero dove siano presenti tutti i rappresentanti: pastori, associazioni di categoria e trasformatori.
Il nostro obiettivo è di fare sedere al tavolo di filiera anche la grande distribuzione. Spero che anche da parte dei pastori vi sia la volontà di interrompere i presidi almeno fino al 21 di febbraio, e vediamo chi ha buona volontà e chi no.
Bisogna anche capire se i consorzi hanno tutelato i consorziati e quindi i produttori, se le quote sono state rispettate e se il consorzio è in regola. Faremo dei controlli.
Il 19 febbraio porterò la questione latte a Bruxelles, e lavoreremo per dare vita ad un organismo, da convocare due volte all'anno, per monitorare il prezzo del latte."
Il giorno successivo, il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo Franco Manzato - in merito alle proteste dei pastori sardi per il crollo del prezzo del latte - dichiarava la necessità di "approfondire i meccanismi della filiera e capire se ci sono anomalie all'interno del settore."
Evidentemente, tutto questo è stato poi fatto nel giro di qualche ora, e consegnato nelle mani del ministro dell'Interno che, tra un post e l'altro sui social, sistemerà la questione nelle prossime ore.
C'è però anche una piccola curiosità, al riguardo. La protesta dei pastori è portata avanti in Sardegna dal Movimento Pastori Sardi che ieri sera hanno fatto sapere che loro al Viminale non sono presenti.
Non solo, ieri, alla regione Sardegna si è concluso in serata il tavolo latte. Anche in quel caso, il Movimento Pastori Sardi non era presente.
"I pastori hanno aspettato con pazienza all’esterno. La delegazione che non rappresentava nessun movimento è uscita scortata da una porta secondaria." Fermati dai pastori per sapere come era andata la trattativa i membri della delegazione hanno risposto così: "un flop!"
Dai 60 centesimi attuali, i pastori che guidano la protesta chiedono che il loro latte sia acquistato ad almeno 1 euro più IVA!
Da capire se al Viminale siano almeno stati avvertiti di questo... tra un post e l'altro!