In alcuni servizi giornalistici "seri" relativi alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, realizzazione tanto cara al ministro Salvini perché la può smerciare come ulteriore elemento di propaganda, era stata evidenziata da parte di alcuni tecnici una notevole perplessità sul punto scelto per erigere il ponte dal lato calabro, in funzione delle caratteristiche della faglia su cui la struttura deve poggiare.

Adesso la questione ha assunto un rilievo ufficiale a seguito dei chiarimenti chiesti dal deputato di AVS, Angelo Bonelli, all'Ingv. Per chi non ne fosse a conoscenza, l'Ingv o Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è l'ente di ricerca italiano deputato allo studio dei fenomeni geofisici e vulcanologici e alla gestione delle rispettive reti nazionali di monitoraggio per i fenomeni sismici e vulcanici.

Il presidente dell'Istituto, Carlo Doglioni, ha risposto alla richiesta di Bonelli con due lettere che rivelano un fatto molto preciso, oltre che agghiacciante: l'Ingv, come istituzione, non ha mai fornito alcuna relazione e tantomeno un via libera al progetto del Ponte sullo Stretto riguardo alla sua capacità di poter resistere o meno ad un terremoto... in un'area dove in passato - a inizio ottocento e a inizio novecento - si sono registrati i più forti eventi sismici di cui in Italia si abbia memoria.

Che cosa ha scritto Doglioni a Bonelli? 

"Si rappresenta che l'Ingv non ha avuto incarico da parte della Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglie attive. ...Due ricercatori dell'Ingv hanno svolto analisi dell'area a esclusivo titolo personale e tali analisi non sono in possesso di questa amministrazione e non possono rappresentare l'opinione istituzionale dell'Ingv. ...Relativamente alla faglia Cannitello – il luogo dove dovrebbe poggiare il pilone del ponte dal lato calabro che, nelle mappe del progetto, è definita non più attiva in base alla bibliografia esistente – per valutarne la potenziale attività sarebbe necessario effettuare studi tramite trincee paleosismologiche che non risultano allo scrivente essere state realizzate recentemente da personale Ingv. ...Nella documentazione disponibile come riferimento di terremoto per il progetto del Ponte - in relazione ad un altro aspetto critico che riguarda i coefficienti di resistenza alle accelerazioni sismiche allegate al progetto - l'accelerazione al suolo utilizzata risulta essere di 0,58. A l'Aquila si sono registrate accelerazioni fino a 0,66 e ad Amatrice fino a 0,95. Ma lo Stretto di Messina può essere epicentrale per eventi sismici con accelerazioni facilmente superiori a 1 ma possibili anche fino a 1,5 – 2".

Riassumendo, al progetto del Ponte sullo Stretto è stata allegata una relazione presentata come realizzata dal dipartimento di Scienze della terra della Sapienza di Roma e dall'Ingv, mentre così non è. E come se non bastasse, i dati in essa riportati sono dati che non hanno un riscontro di evidenza scientifica.

In sostanza, non ci sarebbe al momento alcuna certificazione ufficiale e garanzia sul fatto che il Ponte di Salvini possa rimanere in piedi a seguito di un terremoto 6 o 7 o superiore della scala Richter.

Che cosa ha fatto allora Bonelli? 

Ha inviato le due lettere di Doglioni al Cipess, l'organismo interministeriale presieduto da Giorgia Meloni preposto a dare la luce verde definitiva al progetto, alla commissione Via, che in settimana è chiamata a dare un parere sul progetto definitivo, e alla commissione Grandi rischi della Protezione civile.

"Meloni - ha dichiarato Bonelli a Repubblica che per primo ha pubblicato la notizia - non può più stare in silenzio di fronte a quello che sta emergendo.L'Ingv non è stata coinvolta nella valutazione di un'opera così importante e unica al mondo e Doglioni denuncia chiaramente la mancanza di esami oltre alla presenza di coefficienti sottostimati. La premier deve dare una risposta anche sulla deroga all'inedificabilità prevista da una circolare della Protezione civile su opere su faglie sismiche".

Per sicurezza, sulla questione Bonelli ha coinvolto anche la magistratura, presentando un esposto alla Procura di Roma.