Di seguito, le ultime dichiarazioni che riassumono lo "stato dell'arte" della crisi politica tutt'ora in atto nella maggioranza.

Per il 5 Stelle Luigi Di Maio questo Governo deve andare avanti, il Paese non può rischiare di cadere nell'immobilismo, non sono accettabili giochi di palazzo, ma serve trasparenza.Lavoriamo tutti a un patto di governo più articolato che dia certezze sui temi ad ogni forza politica, ma insieme a Giuseppe Conte che va rispettato e sostenuto. Se dobbiamo discutere di qualcosa non discutiamo di poltrone ma di temi. Se la direzione è quella di individuare un percorso che porti a una maggiore efficienza e concretezza ben venga.Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza in Parlamento e deve farsi valere di più, proponendo ai nostri partner un nuovo patto per l'Italia anche con le riforme costituzionali e nuovi strumenti per sostenere famiglie, imprese e lavoratori, soprattutto autonomi, che sono quelli ad aver subito il colpo più grande dalla crisi.Non possiamo rischiare di perdere i soldi del recovery plan, perché significherebbe dare il colpo di grazia alla nostra economia.Lavoriamo per gli italiani. Punto.

Dalle dichiarazioni sulla crisi si è da tempo tirato fuori colui che secondo i renziani è il nodo della crisi, Giuseppe Conte che, invece di rimbeccare a Renzi e ai suoi sodali, parla con la Merkel di contagi e vaccinazioni, probabilmente mandando ancora più in bestia il senatore semplice toscano che, sentendosi ignorato, lancia l'ennesimo ultimatum tramite uno dei suoi luogotenenti, la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova:

"Il Presidente del Consiglio dovrebbe prendere atto che questa esperienza di governo è conclusa e capire se si è in grado, tutti quanti, a partire da lui, di scrivere un nuovo patto di governo".

Ma il "socialista" Renzi non riesce a trovare nel Governo alcuna sponda alle sue impuntature, neppure da parte del socialista Nicola Zingaretti che invece sembra appoggiare la linea dei 5 Stelle:

Da mesi chiediamo al Governo un rilancio, la ripartenza di una coalizione che deve affrontare con maggiore unità, solidità e fiducia la ricostruzione dell’Italia.Ma questo nostro impegno si declina nella parola ricostruire e rilanciare. Mai nella parola distruggere. Questa è la differenza.Ecco la prova a cui siamo chiamati: dare una svolta alla storia dell’Italia, realizzare un Paese nuovo, non ricostruire quello debole e fragile che c’era prima del Covid. Facciamo appello alla responsabilità per risolvere i problemi.Non è il tempo delle barricate, ma, come ha indicato il presidente Mattarella, quello dei costruttori, della collaborazione e della coesione, per dare un futuro migliore alle persone. Abbiamo davanti un’occasione storica.