All'origine di tutto è la sentenza del Tribunale di Genova del 24 luglio dello scorso anno, in cui l'ex segretario Umberto Bossi e l’ex tesoriere Francesco Belsito venivano condannati, rispettivamente, a due anni e sei mesi e a quattro anni e 10 mesi per truffa ai danni dello Stato.

Secondo quanto stabilito nella sentenza, dichiarando il falso Bossi e Belsito consentirono alla Lega di incassare una quota di rimborsi elettorali senza averne diritto. Questo è quanto stato deciso in primo grado.

Il processo di secondo grado è iniziato ed è alle fasi conclusive. Il prossimo 18 settembre, l'accusa terminerà la propria requisitoria. La parola, poi, passerà alla difesa dei due imputati.

Nel frattempo, però, la Procura di Genova si era adoperata per rientrare della somma che la Lega di Bossi aveva ingiustamente acquisito: 48,9 milioni di euro. La Guardia di Finanza era riuscita a sequestrare sui conti riconducibili alla Lega solo 3,1 milioni di euro.

In seguito a ciò i pm di Genova, hanno portato la questione davanti alla Cassazione che lo scorso 3 luglio ha deciso che la Procura potrà effettuare ulteriori sequestri, senza limiti di tempo, fino al recupero dei circa 49 milioni.

La Lega, questa volta di Salvini, si è rivolta al Tribunale del Riesame di Genova che dovrà decidere non tanto su quanto già sentenziato dalla Cassazione, ai cui principi si dovrà conformare, ma potrà invece precisare modalità ed eventuali limiti del sequestro.

L'udienza del Riesame è stata fissata per oggi e si terrà a porte chiuse. Al termine, secondo la prassi, i giudici si ritireranno e nei giorni successivi comunicheranno le loro decisioni direttamente alle parti. Decisioni che saranno immediatamente esecutive.

Dopo il verdetto del Riesame, la Procura, conosciuto il perimetro entro cui potrà agire, potrà iniziare a recuperare i fondi disponibili sui conti di qualsiasi ente, onlus o società, riconducibile alla Lega, senza dimenticare che potrà anche rifarsi sui rimborsi elettorali dovuti al partito.

Lo scorso 31 agosto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti aveva dichiarato che l’eventuale sequestro dei futuri proventi della Lega avrebbe decretato la fine del partito, ipotizzandone per tale motivo la costituzione di uno nuovo. Il segretario Matteo Salvini, successivamente, aveva categoricamente smentito tale eventualità.