L'India più povera e derelitta ha trovato una forma di riscatto grazie a una donna venuta da molto lontano. La  sua storia è davvero essenziale, benché si sia trattato di una vita piuttosto lunga: niente colpi di scena, eventi clamorosi, passaggi  avventurosi in fatti storici o epocali né frequentazioni particolarmente illustri, almeno nei primi decenni.

Nata nel 1910 come Agnes Bojaxhiu, in Macedonia (una zona ora albanese), ultima di cinque figli,  la ragazza rimase  orfana di padre . La sua famiglia aveva difficoltà finanziarie e lei andò a studiare in Irlanda, dalle suore. Prese i voti temporanei nel 1931, i perpetui nel 1937 e così nacque Madre Teresa.

Dal 1929 si trovava in India, per svolgere la tranquilla professione di insegnante nella scuola per ragazze di St. Mary, di cui in seguito divenne preside.

Esistevano già allora, in terre lontane, scuole cattoliche destinate alla buona borghesia, frequentate da bambine anche di diversa religione, le cui famiglie avevano fiducia nei metodi educativi delle suorine.

Alla energica e attiva Madre Teresa la normale attività non doveva bastare se, nel dopoguerra, decise di dedicarsi ai dimenticati della terra e di fondare la comunità delle Missionarie della Carità.

L’ordine fu riconosciuto nel 1950 e autorizzato all’espansione internazionale nel 1965. Si registrarono, nel momento di massima attività, anche congregazioni maschili, con sedi perfino nei paesi comunisti e adesioni da parte di non cattolici, ammirati dagli intenti della ormai celebre monaca. Madre Teresa ricevette il Nobel per la Pace nel 1979.

Morì il 5 settembre 1997 e fu beatificata il 19 ottobre 2003.

Il potere non l'aveva mai interessata e, come donna, le era comunque precluso nelle gerarchie ecclesiastiche. Resta l'ultima figura femminile di rilievo internazionale espressa dal mondo cattolico, dai tempi delle grandi mistiche. Era concreta e non puntava sull'effetto di fenomeni paranormali o estatici. Voleva solo agire e risolvere, in modo quasi ossessivo, i mali del mondo, attirandosi per questo le dovute ostilità.

Infatti non è stata esente da critiche, alcune bonarie, altre meno.

“L’avvocato del diavolo” nella causa di beatificazione, ad esempio, ha obiettato che nei tragitti aerei Madre Teresa viaggiava in prima classe. Gli è stato ribattuto che vi era obbligata da coloro che la invitavano e le pagavano il viaggio ma, una volta a bordo, tanto faceva che riusciva a fare il cambio con un passeggero dell’economica.

Pare inoltre che non sempre, in gioventù, rispettasse il voto di obbedienza e, per questo, si inimicasse consorelle e superiori.

Poi si è irriso a certe sue frequentazioni, in verità davvero sporadiche, come quella con Lady Diana ( scomparsa pochi giorni prima di lei), ritenute incongrue e poco onorevoli alla sua levatura. Probabilmente, anziana e malata, riteneva di poterne cavare qualche utilità per le sue opere.

I più severi hanno alluso  alla sua gestione della sofferenza altrui, mettendone in discussione le scelte. Il dolore purifica, ma si ha il diritto di non lenire quello altrui?

Le contestavano poi, soprattutto, di sorvolare sulle cause sociali dell’abietta povertà delle popolazioni; di voler mantenere basso il livello di assistenza per controllare la sua organizzazione quando, con una gestione più “manageriale”, avrebbe potuto migliorare e potenziare gli interventi; di chiamare “ provvidenza” offerte di contributi di dubbia origine.

D’altra parte lei stessa (autodefinitasi una "matita nelle mani di Dio"), sosteneva che, ad ogni buona azione, seguono critiche ed esortò sempre ad andare avanti per la propria strada. Un consiglio universale.

 Feroci accuse non mancarono nemmeno nei suoi confronti: tra le altre, di soccorrere senza realmente curare, di imporre la sofferenza come finalità cristiana evitando farmaci essenziali, di pretendere la conversione per i suoi protetti, di essere tirannica verso le consorelle e di aver accumulato fondi misteriosi