Capiamo il tormento di Nello Musumeci, una persona perbene, con una formazione politica che risale agli anni settanta, quando militava nel MSI, improntata ai concetti d’idealità, onestà e serietà.
Adesso, a quattro anni dalla sua elezione a Governatore della Sicilia, si trova a gestire situazioni che non aveva preventivato e che gli stanno sfuggendo di mano, precipitandolo in una voragine politica che lo sta annientando.Uno dopo l’altro ha visto fallire tutti gli obiettivi che si era prefisso, la regione siciliana, infatti, lungi dall’essere diventata bellissima, sotto la sua guida ha perso ancora terreno rispetto alle consorelle italiane ed è ancora più lontana dalle altre regioni europee.
Non uno dei punti del programma politico è stato rispettato, e mentre la disoccupazione, antica tara della società siciliana, cresce spasmodicamente e sempre più sono i giovani costretti ad abbandonare l’isola per cercare lavoro altrove, anche gli altri settori strategici per l’economia isolana languono. Dai trasporti all’agricoltura, dalla sanità all’industria, dal turismo alla pesca, tutti sono settori in forte decremento sul piano dell’occupazione e dello sviluppo.
Certo, non è stato fortunato Musumeci, l’epidemia Covid non l’ha favorito, eppure non può bastare questa contingenza a giustificare un fallimento politico che è sotto gli occhi di tutti.
E il Presidente, con la sua incapacità di uscire da questa grottesca situazione, è l’emblema di questo fallimento, ne è la raffigurazione plastica. Chiuso nel suo palazzo, sempre più lontano dalla gente, dalle piazze, totalmente estraniato dalla realtà socio politica della sua Regione, Musumeci vive il più classico degli psicodrammi. Vede crollare giorno dopo giorno il castello di certezze che si era costruito, affidandosi a compagni di percorso che si stanno rivelando incapaci e, ancor più, inutili e dannosi.
Intanto, in questo per nulla dissimile dai suoi predecessori, ha derogato a tutti gli impegni assunti in campagna elettorale.
Non ha fatto uso, Musumeci, della sua autorità per impedire lo sbarco incontrollato di clandestini.
Non ha fatto valere il diritto dei siciliani in materia di gravi fiscali sulla produzione energetica.
Non ha prodotto nulla che servisse alla tutela delle eccellenze siciliane.
Non ha tutelato, quanto e come avrebbe dovuto, il patrimonio artistico isolano.
Nessuna posizione ha assunto a tutela della nostra marineria civile.
Ha permesso che, in sfregio a quanti vivono un’esistenza grama, specialmente in questo frangente, che si aumentassero stipendi già in sé particolarmente alti.
Da ultimo è stato travolto dallo scandalo, che vede coinvolto il suo Assessore alla sanità, in merito alla gestione dei dati Covid.
Tutti questi fatti, peraltro incontrovertibili, certificano un fallimento politico di cui il Presidente Musumeci è il solo responsabile. E’ sotto gli occhi di tutti che così non si può continuare, bisogna che ci sia un cambio nella politica regionale e che sia deciso e radicale. E’ tempo che i siciliani ritrovino la capacità di operare le giuste scelte politiche, per avviare una stagione di “rivoluzione” che sappia garantire la ripresa di una terra che ha grandi margini di sviluppo, se solo avesse la giusta classe dirigente.
Una rivoluzione non più procrastinabile, che, senza scomodare il Vespro, ponga fine alla "Mala Segnoria" e ridia una luce di speranza al popolo siciliano. E’ tempo che ognuno faccia la propria parte, senza più desistere. Noi Missini siamo pronti.
Mario Settineri
Segretario Regionale MSFT