A Francoforte, dopo la riunione di politica monetaria, nella conferenza stampa successiva il numero uno della BCE, Mario Draghi, ha praticamente ripetuto ciò che aveva detto anche nella precedente occasione e che può essere sintetizzato in questi termini: la crescita economica è più o meno uniforme in tutta l'area euro, ma l'inflazione non ha ancora raggiunto il livelo necessario per poter considerare tale crescita duratura e stabile.

Secondo Draghi, l'inflazione non è quella che dovrebbe essere e perciò bisognerà ancora attendere che i prezzi e i salari si muovano verso l'obiettivo prefissato, leggermente superiore al 2%.

Pertanto, il board della Bce ha mantenuto l'impegno a prolungare o ad aumentare l'importo degli acquisti mensili dei titoli di Stato della zona euro, almeno fino a dicembre 2017 e comunque finché "Francoforte non riscontrerà un aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di inflazione."

Questa decisione ha visto concordi tutti i membri del borad della BCE, sia in relazione a continuare il programma QE, sia in relazione a non indicare una data per la sua revisione.

Di quest'ultimo aspetto, ha detto Draghi, se ne parlerà in autunno, probabilmente al meeting del 26 ottobre.

Dopo questa riunione il tasso d'interesse principale rimane a zero, così come i tassi su depositi e prestiti marginali, rispettivamente a -0,4% e 0,25%, che continuearnno a rimanmere a tale livello per un periodo prolungato di tempo e ben oltre la fine del quantitative easing.