Il Ministero della Salute ha recentemente pubblicato i dati aggiornati al 31 dicembre 2023 sulle coperture vaccinali anti-HPV in Italia, rivelando un miglioramento generale rispetto agli anni precedenti, ma confermando al contempo un ritardo preoccupante rispetto agli obiettivi nazionali. Nonostante gli sforzi per promuovere la vaccinazione contro il Papillomavirus Umano (HPV), sia nella popolazione femminile che maschile, nessuna Regione o Provincia Autonoma è riuscita a raggiungere la soglia ottimale del 95% fissata dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) per le coorti di nascita esaminate (1999-2011).
Nella fascia d'età primaria di intervento, le ragazze che hanno compiuto 12 anni nel 2023 (coorte 2011) registrano una copertura del 45,39% per il ciclo completo, con un aumento del 6,61% rispetto al 2022. Un incremento significativo si osserva anche nella coorte 2010 (13enni), che passa dal 56,18% al 60,78% (+4,6%). Tuttavia, questi valori rimangono ben al di sotto del 95% raccomandato, necessario per garantire una protezione di comunità contro i tumori HPV-correlati, come il cancro alla cervice uterina.
Per le adolescenti di 15 anni (coorte 2008), il dato si attesta al 69,57%, sostanzialmente invariato rispetto al 2022 (69,32%). Questo gruppo, utilizzato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come riferimento statistico, riflette una stagnazione che sottolinea la necessità di interventi mirati per recuperare le mancate vaccinazioni nelle fasce d'età più avanzate.
La vaccinazione anti-HPV è stata estesa ai ragazzi a partire dal 2017, e i dati confermano un progressivo ma lento aumento delle coperture. Nella coorte 2011 (12enni), la copertura nazionale è del 39,35%, con un +5,06% rispetto al 2022, mentre tra i 13enni (coorte 2010) si passa dal 48,8% al 51,64% (+2,84%). Anche in questo caso, però, il target del 95% resta un traguardo lontano, nonostante l'ampliamento dell'offerta vaccinale.
A livello territoriale, il rapporto evidenzia un'eterogeneità nelle performance, ma nessuna Regione o PA riesce a superare la soglia del 95%, né per le femmine né per i maschi. Questo suggerisce che le criticità siano sistemiche: dalla difficoltà nell'accesso ai servizi, alla disinformazione, fino alla scarsa adesione alle campagne di sensibilizzazione.
I miglioramenti osservati, seppur positivi, non devono indurre a sottovalutare il rischio di un rallentamento. Il Ministero sottolinea che, nonostante il trend in crescita dei "recuperi vaccinali" nelle coorti più adulte, la bassa adesione nelle fasce primarie (12-13 anni) compromette l'efficacia collettiva della vaccinazione. Servono quindi strategie integrate:
- Potenziamento delle campagne informative rivolte a genitori e adolescenti, per contrastare esitazioni e falsi miti.
- Miglioramento dell'accesso attraverso l'attivazione di punti vaccinali nelle scuole o in contesti informali.
- Monitoraggio regionale più stringente, con piani personalizzati per le aree in ritardo.
I dati del 2023 dipingono un'Italia in movimento verso una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'HPV, ma ancora lontana dagli standard di prevenzione internazionali.
La vaccinazione rimane uno strumento chiave per ridurre l'incidenza di patologie oncologiche e non solo: raggiungere il 95% non è un mero esercizio statistico, ma un obiettivo di salute pubblica che richiede l'impegno di istituzioni, medici e cittadini. Come ricorda il Ministero, "proteggere oggi i giovani significa investire in un futuro libero dal cancro".