«Allarme e preoccupazione per il calo della copertura vaccinale in Italia». È questo il monito lanciato dall'Accademia dei Lincei in un documento redatto da Alberto Mantovani, Guido Forni, Giuseppe Ippolito e Rino Rappuoli, membri della Commissione Salute dell'istituzione. Gli esperti sottolineano la necessità di «promuovere una campagna di sensibilizzazione sull'importanza della ricerca scientifica e, in particolare, sui benefici dei vaccini», di fronte a dati allarmanti che mettono a rischio la salute pubblica.  

Il report evidenzia come le coperture per i vaccini pediatrici siano scese sotto le soglie minime raccomandate. Nel 2024, l'Italia ha registrato 1.045 casi di morbillo, contro i 44 del 2023, con il rischio concreto di complicanze gravi come encefaliti e polmoniti. Preoccupa anche l'impennata di pertosse, con un'incidenza «esponenziale» in Europa, Italia inclusa, tra fine 2023 e inizio 2024.  

La situazione non migliora tra gli adulti. Nella stagione 2023/24, la copertura anti-influenzale è crollata al 18,9% (dal 20,2% del 2022/23), mentre tra gli over-65 si attesta al 53,3%, in calo di 3,4 punti percentuali. Numeri lontani dal 75% minimo e dal 95% ottimale, nonostante il picco del 65,3% raggiunto durante la pandemia. «Un trend in costante diminuzione che espone a rischi evitabili», avvertono i Lincei.  

Il documento denuncia forti disparità territoriali. Per il vaccino contro il papilloma virus (HPV), che previene tumori come quello della cervice uterina (1.000 decessi annui in Italia), la copertura media nelle ragazze è ferma al 31% (coorte 2010), con picchi del 61% in Toscana e del 20% in Sicilia. Nessuna regione raggiunge il 95% previsto dal Piano Nazionale. Inoltre, i maschi sono vaccinati la metà delle femmine, nonostante l'HPV causi anche carcinomi di gola e ano. «La vaccinazione è un gesto di solidarietà di genere, poiché il virus si trasmette per via sessuale», ricordano gli esperti.  

I Lincei ribadiscono l'efficacia dei vaccini durante l'emergenza Covid: secondo l'OMS Europa, hanno salvato oltre 1,6 milioni di vite tra dicembre 2020 e marzo 2023, il 96% delle quali over-60. «Dati che confermano l'importanza delle campagne organizzate e dell'accesso universale», si legge nel paper, che invita a potenziare la sorveglianza epidemiologica.  

Gli autori concludono con un appello alle istituzioni: servono strategie per contrastare disinformazione e sfiducia, valorizzando il lavoro della scienza. «I vaccini sono strumenti di salute e giustizia sociale: proteggono noi stessi e gli altri. Ignorarli significa minacciare il futuro di tutti».  

Un monito urgente, mentre l'Italia fatica a riconoscere quei presidi che, come dimostrato, salvano intere generazioni.

“Allarme e preoccupazione per il calo della copertura vaccinale in Italia”. È quanto denuncia l'Accademia dei Lincei in un paper curato da Alberto Mantovani, Guido Forni, Giuseppe Ippolito e Rino Rappuoli in cui si invita a “promuovere una campagna di sensibilizzazione sull'importanza della ricerca scientifica e, in particolare, sui benefici dei vaccini”.

“In Italia – si legge nel documento della Commissione Salute dell'Accademia dei Lincei - la copertura vaccinale per alcuni vaccini dell'infanzia è al di sotto della soglia raccomandata e vi sono motivi di forte preoccupazione. Ad esempio, nel 2024 in Italia sono stati segnalati 1045 casi di morbillo mentre nel 2023 i casi erano 44. È bene ricordare che il morbillo può avere gravi conseguenze. Inoltre, nella maggior parte dei Paesi Europei, Italia compresa, c'è stato un incremento esponenziale nell'incidenza di pertosse tra la fine del 2023 e il primo trimestre 2024”.

E ancora: “Nel nostro Paese la copertura per i vaccini dell'età adulta è ancora peggiore. Ad esempio, nella stagione 2023/2024 la copertura vaccinale per l'influenza è scesa al 18,9% rispetto alla stagione precedente quando era del 20,2%. Negli anziani, la copertura è diminuita di 3,4 punti percentuali rispetto alla stagione precedente scendendo al 53,3% rispetto al 56,7% della stagione 2022-23. Dopo il picco raggiunto nella stagione pandemica 2020-21 con 65,3%, si osserva un costante andamento in diminuzione portandosi a valori ben al di sotto dell'obiettivo minimo del 75% e di quello ottimale del 90%”.

Nel focus si evidenzia anche il perdurare di differenze regionali: “La percentuale di copertura vaccinale varia significativamente tra le regioni. Ad esempio, per il vaccino contro il virus del papilloma umano (HPV), che protegge dal cancro della cervice uterina che solo in Italia causa ancora circa 1.000 decessi all'anno, il Ministero della Salute ha reso noto che i dati delle coperture vaccinali (ciclo completo), sia per le femmine che per i maschi, mostrano valori bassi. La copertura vaccinale media nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) fissata al 95% al 12° anno di vita. In nessuna Regione la copertura raggiunge il 95%, in nessuna delle coorti prese in esame. Nel 2023 la copertura ottenuta con un ciclo completo, per le femmine della corte di nascita 2010, è stata del 31%, variando dal 20% della Sicilia al 61% della Toscana. Inoltre, il tasso di vaccinazione nelle femmine è mediamente doppio rispetto ai maschi, sebbene il vaccino protegga entrambi i sessi da diverse forme di tumore, tra cui alcuni carcinomi della bocca e della gola (i tumori della testa e del collo) e dell'ano. Poiché il virus si trasmette per via sessuale, la vaccinazione rappresenta anche un gesto di solidarietà di genere”.

I Lincei ricordano anche il ruolo dei vaccini durante la pandemia: “Sono stati uno degli strumenti più efficaci nel limitare i danni sanitari e sociali della pandemia da COVID-19. L'OMS Europa ha stimato che tra dicembre 2020 a marzo 2023 la vaccinazione contro il Covid ha salvato direttamente oltre 1,6 milioni di persone di età pari o superiore a 25 anni. In particolare, Il 96% delle persone salvate aveva 60 o più anni e il 52% aveva un'età pari o superiore a 80 anni. Questi dati non solo evidenziano l'efficacia dei vaccini nel prevenire la mortalità correlata al COVID-19, ma sottolineano anche il ruolo fondamentale delle campagne organizzate per garantire l'accesso e la somministrazione dei vaccini. Come per tutti i farmaci e i vaccini, vecchi e nuovi, sarà fondamentale proseguire gli studi di sorveglianza epidemiologica e di valutazione dell'impatto sulla società umana”.




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