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Davide Romano: "Abbiamo sconfitto la sinistra antisemita"

«È una battaglia vinta (per ora) ma la guerra è ancora lunga». Non è stato un 25 aprile come gli altri, quello di martedì: dopo 20 anni, per la prima volta, la Brigata ebraica non è stata contestata, né fischiata, al corteo di Milano. Lo ha rilevato anche il vicepremier Antonio Tajani.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quel 2004 in cui Davide Romano, dopo un libro uscito in Inghilterra, riportò alla luce il contributo sionista alla Liberazione che rischiava di finire nel dimenticatoio. Portate alle manifestazioni, 20 anni fa le Stelle di David subivano autentiche aggressioni, poi divenute sempre più sparute. Stavolta, invece, solo applausi. «Abbiamo vinto - riflette Romano, che dirige il piccolo Museo della Brigata a Milano - abbiamo vinto partecipando insieme a iraniani e ucraini. Ma il nemico è dietro l'angolo. Chi contesta la Nato, chi gli ucraini, e chi magari tornerà a contestare noi. Il fascismo ha tante forme e colori: quello rosso e quello verde, cioè islamico, passando per il putiniano, sono i più insidiosi, perché godono ancora dell'appoggio di tanti cosiddette "antifascisti».

Le contestazioni passate sono state citate anche dalla premier Giorgia Meloni come esempio di un uso strumentale della memoria che arriva a «inaccettabili episodi di intolleranza». «La ringrazio - osserva Romano - e mi permetto di chiederle un passo in più: non si limiti alle parole, cerchi di sfidare la cultura antidemocratica: quella comunista e quella islamista in particolare, che vivono in una zona protetta da intellettuali e giornalisti. Li stani».

Ecco l'idea di Romano: «La premier lanci un Museo dei combattenti per la libertà: dalla Brigata ebraica ai polacchi, passando dal cinese Wei Jingsheng alla dissidenza sovietica senza dimenticare gli oppositori del regime iraniano e la resistenza dei cristiani in certi Paesi islamici. Le scuole devono poter imparare il valore della democrazia contro i totalitarismi, di destra e di sinistra».

Nei giorni scorsi l'Unione delle Comunità ebraiche ha esortato la premier, e la destra, ad avere coraggio nel condannare non solo l'antisemitismo e le leggi razziste, ma l'intero fascismo. Ma sulla difesa di Israele, il centrodestra è più solido e più convinto che mai. Oggi emerge che la Lega è il primo partito italiano, e il quarto in Europa, nel «ranking» del sostegno a Israele: lo certifica la European Coalition for Israel in base ai voti in Ue dal 2019 al 2022.

«Tra un Pagliarulo ipercritico con gli Usa che strizza l'occhio agli estremisti palestinesi e una Meloni favorevole a Nato e Israele - ammette Romano - non ho dubbi. E aggiungo che Jan Palach potrebbe a buon titolo entrare nel Museo dei combattenti per la libertà». Parla di una «battaglia culturale». «La nostra cultura occidentale - spiega Romano - è permeata di odio di sé. Ci sono giustamente decine di film sul nazi-fascismo o critici sugli Usa, ma quanti ne trovate sul comunismo cinese e cubano, o sugli ayatollah? Dobbiamo fare conoscere ai ragazzi l'altra faccia del totalitarismo. È una battaglia che va oltre lo scontro fascismo-antifascismo. È tempo di passare all'attacco, non solo difendersi. Altrimenti non cambierà mai nulla».

Autore Davide Romano
Categoria Politica
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