I politici non vengono da Marte
Una nota più marcatamente culturale, di mentalità, credo debba essere fatta su quei due pezzi che ho appena dedicato all’etica politica. Però stavolta mi vorrei riferire a tutti i cittadini per mezzo di questo contenuto “bonus”, provando a colmare qualcuno dei tanti difetti che affliggono quell’altra sintesi.
Un brano che cantò anche il compianto Little Tony, già reso famoso dalla straordinaria band italiana degli Eiffel 65, esprimeva sulle frizzanti note della musica pop-dance-elettronica di quegli anni l’interdipendenza scanzonata del genere umano da sé stesso. Il ritornello del brano faceva così:
Siamo figli di Pitagora e di Casadei
Di Machiavelli e di Totò
Cresciuti con una morale cattolica
E con il rock'n'roll
E’ così, in ciascun individuo moderno c’è un po’ di tutto. Il passato dell’umanità, la storia, i personaggi che hanno fatto la storia stessa e la letteratura. Però ciascuno poi intraprende il proprio binario, finendo talvolta per fare il comico come Totò in una situazione dove magari servirebbe la serietà e il rigore di Pitagora. O peggio: diventa un machiavellico narcisista che fa ballare alle sue vittime un bel liscio romagnolo alla Casadei.
C’è di tutto. E siamo noi!
Alcuni vanno a fare i politici. Che poi non è che ci vanno motu proprio, sic et simpliciter! Non esiste mica un concorso pubblico per diventare rappresentanti di altri cittadini. Sappiamo come vanno le cose, giusto?
Sono cittadini comuni votati da altri cittadini comuni. Ritenuti degni di fare i politici da altri cittadini! Quindi fissiamo bene questa cosa nelle nostre menti: i politici non vengono da Marte, li eleggiamo noi!
Perché, dunque, ci lamentiamo se fanno cose immorali? E, addirittura, pensiamo che essendo i politici immorali noi non abbiamo alcuna ragione di comportarci in maniera etica. Per favore: se pensate cose del genere state qualche istante (o anche qualche ora, giorni…) con la testa tra le mani e provate a trovare una logica in questo pensiero. E se la trovaste: avvertitemi subito. Parliamone.
Il male siamo noi. I politici sono i nostri figli. Loro potrebbero cantare tranquillamente: «Siamo figli degli italiani…», parafrasando quel brano degli Eiffel 65. Un vecchio proverbio siculo, mia terra d’origine, recita così: «U pisci feti da testa», letteralmente: il pesce puzza dalla testa. La testa è l’organo più nobile di un corpo, dove originano i pensieri e maturano le azioni. Questo proverbio insegna dunque una massima di grande saggezza ed esperienza, laddove ammonisce che per ogni comportamento esiste l’origine che l’ha determinato.
Quella “testa” siamo noi. Il comportamento moralmente etico parte da ogni cittadino che si reca alle urne per dare la sua preferenza a qualcuno. Non è possibile evitare che questa preferenza sia chiesta anche da comici, giullari, cinici, incapaci, ladri o veri e propri criminali. Anzi, costoro sono anche la maggioranza. E il cittadino ha purtroppo l’onere di identificare questi soggetti.
Se non lo fa, o è proprio convinto di quel che fa, il comportamento di chi ha eletto a sua rappresentanza rispecchia essenzialmente il suo stesso comportamento: per menefreghismo, incapacità nella scelta, o, ancora più spesso, voto di convenienza personale. Quindi di cosa si lamenta?
E’ stato raggirato, dite? Allora è “incapacità”, come ho già scritto sopra. Dedichi tempo a coltivare la cultura necessaria per evitare che qualcuno lo possa raggirare. Non può vivere eticamente, se non lo fa.
Non c’è altra soluzione. Ma se esistesse fatemelo sapere. Ve ne sarò veramente grato. Nel frattempo non adagiamoci sulla storia magica del «loro sono pessimi, quindi non si può pretendere che noi facciamo i bravi». Proprio no!
📸 base foto: Valter (sfondo), Deutsch (alieno), Jozef Mikulcik (fumetto), da Pixabay
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