Il primo bollettino economico del 2019, pubblicato da Bankitalia, non è stato, come si suol dire, manna per l'attuale esecutivo che da mesi, seppur ultimamente con qualche arretramento, sta ipotizzando cifre più che ottimistiche sul Pil dell'Italia per l'anno in corso.

Purtroppo nel bollettino, dove si presentano le proiezioni macroeconomiche per l'economia italiana nel triennio 2019-202, la crescita del Pil è prevista pari allo 0,6% quest'anno, allo 0,9 nel 2020 e all'1% nel 2021.

Non solo, come sottolinea Bankitalia, "la dispersione della distribuzione di probabilità attorno a questi valori centrali è particolarmente ampia. Rischi al ribasso per la crescita sono legati all'eventualità di un nuovo rialzo dei rendimenti sovrani, a un più rapido deterioramento delle condizioni di finanziamento del settore privato e a un ulteriore rallentamento della propensione a investire delle imprese", mentre "un più accentuato rientro delle tensioni sui rendimenti dei titoli di Stato potrebbe invece favorire ritmi di crescita più elevati."

Il taglio sulla stima di crescita previsto dalla Banca d'Italia per il 2019 è senz'altro consistente rispetto all'1% indicato a metà dicembre dallo stesso istituto, suggerendo che l’economia italiana sia tornata in recessione tecnica nel secondo semestre del 2018, poiché in base alle informazioni finora disponibili in autunno "l’attività potrebbe essersi ulteriormente contratta dopo il -0,1% registrato nei mesi estivi."

Per l'anno in corso il Governo Lega-M5s ha invece basato i conti della legge di bilancio su una crescita dell’1%, praticamente il doppio di quella prevista da Bankitalia!

Meno drammatico lo scenario previsto per i prossimi anni, comunque in ribasso, che proietta il Pil a +0,9% dal precedente +1,1% nel 2020, mentre per il 2021 rimane confermato a +1%, in linea con le previsioni del Governo.