Giorgia Meloni ha indossato i panni di Marco Polo. E' volata in Cina per riallacciare quei rapporti commerciali che lei stessa aveva rovinato, abbandonando la Via della Seta così da fare un favore agli Usa. Anzi, a Joe Biden, la cui puffa mannara ubbidiva senza batter ciglio, bollando la Cina come una minaccia per l'economia europea.
Ora che Biden è quasi un ex inquilino della Casa Bianca, ecco che la premier fa l'ennesima manovra da campionessa olimpica di giravolte, volando a Pechino e lisciando il pelo ai cinesi: “Quello di Marco Polo non è stato solo un viaggio fisico attraverso l’antica Via della Seta, ma è stato soprattutto un viaggio di scoperta e di conoscenza”, ha affermato Meloni, sottolineando come Marco Polo abbia contribuito a “modificare la percezione che in Italia si aveva dell’impero cinese in un periodo in cui le distanze erano talmente grandi da sembrare incolmabili”.
Roba da non credere! La premier che fino a poco tempo fa demonizzava la Cina e il suo sviluppo economico, adesso diventa più pechinese dei cittadini pechinesi.
Il motivo? La Meloni ha compreso che gli accordi tra il governo italiano guidato da Conte e il governo di Pechino non erano poi così mostruosi, visto la Germania ha raddoppiato le sue esportazioni in Cina, superando di gran lunga Francia e Italia come partner privilegiato del gigante di Oltre Muraglia.
La Meloni sovranista che voleva far prevalere gli interessi italiani, dopo essere stata isolata da Bruxelles e aver causato malumori anche tra i suoi stessi alleati, Forza Italia in primis, ha capito che non era il caso di farsi isolare anche dalla Cina.
E così la visita di Meloni avviene in un momento in cui altri leader europei, come il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, hanno effettuato visite in Cina negli ultimi mesi, discutendo di accordi economici, di questioni geopolitiche e intensificando i contatti con Pechino. Meloni ancora una volta si è piegata alla potenza economica delle altre nazioni, sconfessando la sua retorica sovranista. L'ipocrisia di Meloni è tutta qui: agire in modo completamente diverso da quanto fatto credere all'elettorato.
La retorica nazionalista e le critiche alla Cina per conquistare consensi interni ha lasciato il posto alla necessità di mantenere buoni rapporti con Pechino per non danneggiare gli interessi economici italiani. I cinesi, meno retorici, chiedono all’Italia “sincerità”, che è sinonimo di “coerenza”.
Proprio quello che manca a Meloni.