Nell'ultima "e-news", verniciata della solita "turbo-retorica" che caratterizza le filippiche populiste del senatore semplice Matteo Renzi, per il quale il mondo è in bianco e nero e lui ha sempre la ricetta giusta che, immancabilmente, è l'esatto contrario di quanto sostenuto da chi è stato identificato come il nemico di turno da "(ab)battere", due sono i passaggi più importanti e non riguardano direttamente la polemica con il Governo.

Uno riguarda Israele: "La velocità del vaccino salva la vita, come sanno in Israele. ... In Israele corrono e vaccinano a più non posso, anche con un governo dimissionario". 

L'altro riguarda Biden: "Tra qualche giorno Joe Biden sarà il 46° Presidente degli Stati Uniti d’America. Dopo le imbarazzanti telefonate di Trump delle scorse settimane penso che ciascun cittadino – democratico o repubblicano, europeo o americano, nero o bianco – non veda l’ora che la transizione finisca e che Biden sia ufficialmente alla Casa Bianca. Con Biden alla Casa Bianca molte cose cambieranno, anche in Europa, ne sono certo".

Non è un caso, perché quelli sono i suoi sponsor, da quelle fonti gli arrivano suggerimenti e aiuti e Renzi, naturalmente, ringrazia pubblicamente alla sua maniera.

L'amico fraterno di Renzi, Marco Carrai, presidente di AdF (Aeroporto di Firenze), di Toscana Aeroporti e console onorario di Israele per Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, è il trait d'union che al tempo, tramite il mondo ebraico, collegò l'allora sconosciuto presidente della provincia di Firenze con i dem degli Stati Uniti.

Così, dopo aver citato Israele, Renzi agita la carta Biden per ricordare, a chi lo avesse dimenticato, che con il presidente eletto degli Stati Uniti è praticamente culo e camicia. "Vedete che amici ho?", sembra urlare Matteo Renzi, e non volete mettermi al banco a distribuire i soldi del Recovery Fund, per poter poi andare a batter cassa da coloro che avrò beneficiato?

È vero. Questo Renzi non lo ha detto, ma da quello che dichiara quotdianamente appare comunque la sola logica interpretazione delle sue continue bordate nei confronti di Conte e dei 5 Stelle.

"Le veline del Palazzo - scrive Renzi - riempiono i giornali di totoministri. Chiacchiere buone solo per far passare il messaggio che si risolve tutto con un rimpastone. Noi invece abbiamo messo nero su bianco i contenuti: spese sanitarie, alta velocità, vaccini, scuola, cultura, posti di lavoro. Ma vi rendete conto che nel Recovery Plan per i giovani e l’occupazione, nei prossimi sei anni, ci sono meno risorse di quelle che sono previste per il solo 2021 per il cash-back? Davvero il futuro dei nostri giovani vale meno del futuro di una carta di credito?"

La domanda che Renzi, in un attimo di lucidità - che statisticamente è ipotizzabile anche per lui - dovrebbe invece porsi è come possa ritenere che le sue dichiarazioni appaiano credibili, e pertanto accettabili dall'opinione pubblica quando, quasi sistematicamente, fin dal momento in cui si è presentato sulla scena politica nazionale ha sempre fatto l'esatto contrario di quanto promesso? 

Nell'ultima e-news, Renzi si è posto 5 domande, ma la domanda più importante, quella di cui sopra, ha evitato di porsela. Quando lo farà, e solo se la risposta risulterà convincente, solo allora potrà valere la pena di prendere in esame le sue lamentele nei confronti del piano da presentare all'Europa per rilanciare l'Italia e superare la crisi dell'emergenza Covid.