Tanto è già stato scritto, detto e ridetto; la solita ridondante retorica, enfatica, esasperata e talvolta sproporzionata, non per Elisabetta II ma per tutti i personaggi pubblici che hanno segnato il nostro tempo e che d’incanto diventano comunque esempi valorosi e prodi, a prescindere dal loro reale valore o operato in vita. Quindi, provando a bandire il qualunquismo, provo a descrivere cosa mi ha colpito della Regina, come tutti simpaticamente e affettuosamente la chiamavamo. 

Ammettiamolo, Elisabetta la conoscevamo poco, se non per le sue brevi apparizioni di rito, le sue scontate presenze ai cerimoniali di corte, le sue strette di mano con altri capi di Stato, o, più semplicemente per i suoi cappelli e i suoi vestiti, unica vera nota di colore di una vita discreta e riservata, che evidentemente è riuscita a tutelare e proteggere.

Longevità a parte su cui ho ironizzato più volte, la percezione che ho sempre avuto più d’ogni altra dalla sua condotta è stata quella di “equilibrio”, ovviamente regale: mai un eccesso, mai una forzatura, mai uno sbilanciamento, mai fuori dalle righe.

E credo sia stata anche la sensazione fatta sentimento che ha trasmesso ai britannici e non solo, un centro di gravità permanente intorno al quale hanno ruotato eventi e circostanze mondiali, ma anche familiari e di palazzo; la sua presenza è sempre stato sinonimo di misura e moderazione, controllo e autocontrollo, equità e stabilità, anche davanti a molteplici inquietudini, eventi tragici, processi alla Monarchia, pettegolezzi ed eccessi anche nella famiglia reale.

La Corona al servizio del suo popolo fin da giovanissima, anche a scapito delle sue ambizioni e inclinazioni personali, sempre solerte ad accogliere e comprendere le emozioni e gli stati d’animo di un intero Regno, fino al sincero e leale inchino davanti al feretro di Diana, ex nuora ribelle ma amata dai suoi sudditi, cogliendo l’esigenza e la necessità di essere modello ed esempio.

Sguardo e comportamento sempre adeguati all’occasione, la sua equidistanza istituzionale e politica ha restituito autorevolezza e carisma alla sua figura di sovrana imparziale e distaccata, reale punto di riferimento stabile e rassicurante: regale contegno, compostezza e dignità al servizio di storia, Nazione e tradizione; valori e comportamenti di cui  da italiano avverto sinceramente la mancanza e ne rimpiango l’assenza…

Dio salvi la Regina, o almeno quello che ha rappresentato.