Politica

In Italia è vietato coltivare la carne... e i cervelli

Nella puntata di lunedì 3 luglio, Report si è occupato di carne coltivata, o più precisamente di carne cellulare, precisazione utile a distinguere il processo di coltivazione di origine animale da quello di origine vegetale.

L'inchiesta, realizzata da Giulia Innocenzi, prende spunto dal divieto di produzione e commercializzazione introdotto in Italia dal ministro Lollobrigida, facendo seguito a una raccolta firme promossa dalla Coldiretti contro il "cibo sintetico". Motivo del divieto? Nella conferenza stampa a seguito dell'introduzione della norma, il ministro dell'Agricoltura aveva parlato di un principio di precauzione, salvo poi non far conoscere le motivazioni scientifiche da cui sarebbe scaturito.

Ma oltre a questo, Lollobrigida aveva paventato il rischio che la carne di laboratorio, essendo coltivata nei bioreattori, sarebbe stata prodotta fuori dall'Italia, perché il Paese sarebbe sprovvisto di tali macchinari. La produzione, a suo kdire, sarebbe pertanto finita fuori dall'Italia con il rischio di mancati controlli e scarsa qualità. Peccato però che in Italia ci sia un'azienda alle porte di Mantova, la Solaris, che fa proprio i bioreattori, ormai da 20 anni, e li fa tanto bene che li vende in tutto il mondo... adesso anche per la produzione di carne cellulare!

Quindi, mentre l'accorto ministro Lollobrigida con il placet della cognata, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, vieta la carne cellulare in Italia, nel resto del mondo si investe perché questo sarà il business dei prossimi anni.

Il settore, in continua evoluzione, vede Singapore e Stati Uniti un passo avanti agli altri Paesi, permettendo la vendita e l'uso di pollo  a base cellulare, mentre ricerca e investimenti sono ormai in moto in tutto il mondo. Quindi il "geniale" divieto del ministro Lollobrigida avrà il "merito" di impedire la produzione e la creazione di posti di lavoro in Italia in quel settore, mentre la commercializzazione avverrà comunque, nel momento in cui l'Europa darà il via libera a quel prodotto. Certo, il governo dei (post) fascisti potrà impedirla, ma poi dovrà pagare milioni di euro di multa.

Tutto questo ha un senso? Sì, ha un senso "elettorale", per i voti "controllati" da Coldiretti che, invece di proteggere i piccoli allevatori e la carne di qualità, protegge gli allevamenti intensivi, quelli dove, ad esempio, i maiali si cibano direttamente e indirettamente di topicida, che finisce nelle loro carni, quelle con cui si prepara il costosissimo prosciutto di Parma, senza che i certificatori che ne controllano le fasi del processo di produzione intervengano.

E che dire poi dell'impatto su emissione di gas serra, consumo di suolo coltivabile e consumo di acqua che la carne tradizionale - con gli allevamenti intensivi - sta causando e continuerà a causare, se non vi si pone rimedio.

Giulia Innocenzi ha provato a chiedere al ministro Lollobrigida qualche chiarimento sulle sue scelte, ma il cognato della Meloni si è rifiutato di accettare domande e future interviste. C'è da capirlo, poverino... altrimenti che cosa avrebbe potuto dire?

Autore Sandro Alioto
Categoria Politica
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