Maurizio Landini, segretario della Cgil, lo ha detto senza mezzi termini:
"Io penso che i governi tecnici non esistano perché devono essere votati in Parlamento. Perciò non facciamo finta che esistano perché devono, comunque, avere una maggioranza politica e questo governo dovrà fare delle cose".
Il problema, comunque si guardi la vicenda Draghi, rimane quello. La fiducia è essenziale perché un Governo, da chiunque sia guidato, deve comunque essere sostenuto da una maggioranza parlamentare.
E allora chi è disposto a sostenere Draghi?
Il centrodestra "unito", anche sul tema Draghi, non è per nulla unito. Forza Italia e i "cespugli" da essa derivanti dicono di voler appoggiare un esecutivo guidato da Draghi. Matteo Salvini, che vuol spacciare la novella della stessa unità d'intenti all'interno dell'alleanza, allo stesso tempo dice che è disposto a dare credito a Draghi ma che le elezioni sono per lui la via maestra. Giorgia Meloni, infine, dice che il suo partito non si presterà in alcun modo a far nascere un esecutivo guidato da Draghi.
Senza sapere che cosa voglia o non voglia fare Drgahi, oltre a Forza Italia, il partito dell'aspirante clone di Silvio Berlusconi, Italia Viva, dice che supporterà Draghi senza se e senza ma... pur non avendo ancora parlato con lui... almeno ufficialmente.
Anche i partiti disposti a far proseguire il governo Conte non hanno al momento una linea comune. Il Pd dice di volerlo appoggiare... ma con Draghi non ci ha ancora parlato e pertanto non si capisce che cosa voglia o non voglia appoggiare. 5 Stelle e Leu si sono espressi contro, anche sulla base di come Draghi si è materializzato sullo scenario politico. Nelle ore successive, la loro posizione si è ammorbidita, ma non è chiaro se potranno o meno appoggiare il nuovo Governo.
Sulla base di questo brevissimo riassunto, lasciando da parte le cosiddette parti sociali che comunque un ruolo di indirizzo lo hanno nelle decisioni dei vari partiti, sembra sempre più evidente che, al di là delle urgenze del Paese, Draghi potrà da vita ad un governo solo con nomi e programmi che trovino un supporto convinto in Parlamento.
Nonostante le giravolte retoriche e mediatiche cui stiamo assistendo in queste ore, la crisi politica attuale si è materializzata esclusivamente per gli interessi di bottega, non tanto di un partito, quanto del signore che ne è proprietario. Inoltre, le urgenze che Draghi è chiamato a risolvere, non sono state create dall'esecutivo, ma dalla pandemia. Sono in molti a non volerlo ricordare o a non volerlo ammettere.
Per questo, non sarà possibile per Draghi ripetere ciò che è stato fatto dal governo Monti. Se vorrà trovare una maggioranza, dovrà per forza di cose dare un indirizzo politico al suo programma, comprese le persone chiamate a realizzarlo.
Difficile che un governo Frankestein, con ministri presi da questo o quel partito per garantirne l'appoggio in Parlamento, possa nascere o nel caso avere pur anche una prospettiva di medio termine.
Comunque, che cosa avrà intenzione di fare Draghi lo capiremo nelle prossime ore... e non è così scontato che il suo tentativo potrà avere successo.