Il ministro dell'interno, mentre rimbalza da un luogo all'altro dell'Italia e non solo, ha trovato il tempo di scrivere, oggi, su Facebook il seguente appello:
"INCREDIBILE, continua l’inchiesta su di me: sarei un sequestratore (rischio 15 anni di carcere) per aver fermato in mare una nave carica di immigrati. Ora l’indagine, partita da Agrigento, passerà da Palermo a Catania...
Ma chiudetela qui e LASCIATEMI LAVORARE!"
Inutile riportare i commenti dei tifosi della Lega che supportano il loro "beniamino", è facile immaginarne i contenuti.
Da notare però alcune cose nel post di Salvini. La prima, il fatto che dichiari di aver "fermato in mare" i migranti, quando invece il reato, oggettivamente, non poteva che concretizzarsi nel momento in cui la nave era attraccata in porto... a meno che lui non volesse intendere che quei naufraghi fossero liberi di scendere in mare aperto!
La seconda riguarda una certa preoccupazione ed un malcelato nervosismo riguardo all'inchiesta e agli esiti che potrebbe avere.
Infine, la terza è relativa al ruolo istituzionale che ricopre. Già in passato il presidente della Repubblica Mattarella gli aveva ricordato che doveva rispettare il ruolo della magistratura e la divisione dei poteri, tra esecutivo e giudiziario, in base al dettato costituzionale. Quanto scritto, da capire quanto inconsapevolmente, rischia di creare un nuovo scontro con la magistratura e il Quirinale.
Infine, vi è anche il ruolo degli alleati di Governo, i 5 Stelle che fino a ieri dichiaravano che l'appartenenza al loro movimento non poteva prescindere dal rispetto e dall'asservimento totale ai contenuti della Costituzione. Però, in questo momento, sono alleati con una forza politica il cui segretario si fa palesemente beffe della Costituzione.