Esteri

Covid-19: la prudenza di Johnson, la fretta di Trump

Boris Johnson, dopo cinque settimane, è apparso nuovamente in conferenza stampa per aggiornare i suoi connazionali sull'andamento del contagio da Covid nel Regno Unito. Il fatto che il premier britannico avesse  ripreso a ricoprire il ruolo che all'inizio della pandemia lui stesso si era assegnato aveva fatto ritenere che oggi ci sarebbe stato un annuncio importante sull'emergenza coronavirus.

Non è andata così, o almeno solo in parte. Infatti, con il supporto dei consulenti scientifici che lo accompagnavano, Johnson ha detto che il picco del contagio è stato raggiunto e che la prossima settimana comunicherà il piano con cui intende affrontare la fase successiva al lockdown. Notizia che è stata accolta con favore dal leader del partito laburista, Keir Starmer. 

Nel Regno Unito, ad oggi, sono 171.253 i casi totali di persone contagiate dal coronavirus, con un numero di decessi che è arrivato a 26.771.


E mentre da sua maestà la Regina si predica prudenza, dall'altra parte dell'Atlantico, Trump scalpita perché in America vengano rimosse le restrizioni. Una frenesia motivata dal fatto che negli Stati Uniti, l'epidemia da coronavirus ha portato a 30 milioni il numero di americani che da metà marzo hanno perso il lavoro. Solo nella scorsa settimana ci sono state oltre 3,8 milioni di richieste per il sussidio di disoccupazione.

Trump ha detto che dal primo maggio non saranno rinnovate da parte della Casa Bianca le attuali linee guida che prevedono di lavorare da casa, evitare assembramenti e viaggi discrezionali e consigliano alle persone anziane o con patologie di isolarsi. Toccherà ai governatori dare indicazioni al riguardo. Secondo quanto riporta la Cnn, da venerdì almeno la metà degli Stati americani allenterà le restrizioni attualmente in atto. 

Che cosa accadrà adesso negli Usa? Per quanto riguarda il contagio è molto semplice: aumenterà. Le persone finora riscontrate positive alla Covid sono state più di 1 milione, con oltre 61mila decessi (anche se è lecito ritenere che siano molti di più in un Paese dove il welfare è garantito solo a chi ha possibilità economiche sufficienti o è assicurato dal datore di lavoro).

Dato che il contagio è molto elevato, con numeri che oscillano quotidianamente tra i 25mila e i 30mila nuovi casi, è difficile che il tasso di contagiosità del virus (R) sia almeno sotto la fatidica soglia 1. E' più logico ritenere che sia ben al di sopra, il che porterà, inevitabilmente, ad un aumento esponenziale nel numero dei contagiati in America. Non una buona notizia né per gli Usa, né per gli altri Paesi che hanno relazioni economiche con gli Stati Uniti... cioè il resto del mondo.

Autore Alberto Valli
Categoria Esteri
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