Un vero e proprio disastro, è quello che è successo e sta succedendo in questi giorni in Germania, Olanda, Lussemburgo e parte del Belgio; le autorità ci parlano di 1300 dispersi ed oltre 100 le vittime, un "fenomeno di proporzioni storiche" che ha colpito una vastissima area dove frane, allagamenti e crolli sono le cause dell'enorme quantità di pioggia che ha costretto tantissime persone a rifugiarsi sui tetti delle proprie abitazioni. La valle dell'Ahr in Renania-Palatinato è stata particolarmente colpita da un'inondazione catastrofica. La quantità di pioggia caduta finora nel sud della Nord Reno-Westfalia è stimata fino a 180 litri per m2, precisa la Bild; la cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato: «Sono scioccata dal disastro che nelle aree di Hochwasser ha colpito così tante persone che stanno soffrendo. Le mie condoglianze vanno ai parenti dei morti e dei dispersi. Ringrazio i tanti instancabili soccorritori e i servizi di emergenza dal profondo del mio cuore».
Le squadre dei Vigili del Fuoco tedesche assieme all'esercito sono all'opera per arginare e fare l'impossibile in questo arduo compito, ovvero essere a faccia a faccia con la potenza della Natura. Purtroppo due Vigili del Fuoco sono morti mentre erano impegnati in operazioni di soccorso ad Altena e Wedohl nel Nord Reno-Westfalia. Diverse autostrade sono state chiuse. Il distretto Vulkaneifel della Renania-Palatinato ha dichiarato lo stato di emergenza perché diverse aree non erano accessibili a causa delle piogge torrenziali. L'amministratrice distrettuale di Daun Julia Gieseking ha chiesto aiuti urgenti: «La situazione è molto grave, abbiamo molte strade e villaggi allagati che non sono più accessibili».
Il Sistema di Protezione Civile europeo si è attivato immediatamente e ha disposto anche un Team italiano nelle operazioni di soccorso. Personale VV.FF. qualificato nel Soccorso Alluvionale Fluviale aiuterà le popolazioni colpite e si interfaccerà con i colleghi europei.
Il territorio della Germania occidentale è un'icona della buona manutenzione del paesaggio: dalle colline con campi coltivati alternati a boschetti, centri abitati lindi e ordinati con le tipiche case a graticcio e innovazione abitativa mirata all'impatto zero. Ma soprattutto un ottimo servizio meteorologico nazionale, una proverbiale organizzazione di protezione civile e un grande senso civico dei cittadini. Tutto ciò non è bastato a impedire una catastrofe alluvionale con decine di vittime ed enormi danni agli abitati e alle infrastrutture. Segno che l'evento meteorologico ha passato la misura, ha assunto intensità eccezionali, giudicate dai climatologi tedeschi come possibili non più di una volta al secolo. Il problema è che ormai l'evento eccezionale – definito tale quando confrontato con i dati del passato – sta diventando la nuova normalità per il clima contemporaneo.
Dall'inizio dell'estate 2021 in effetti in Europa si sono verificati il 45 per cento di eventi estremi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno tra nubifragi, alluvioni, trombe d'aria e grandinate, ( sulla base dei dati dell'European Severe Weather Database Eswd ), dopo un mese di giugno che si classifica come il secondo più caldo mai registrato con una temperatura superiore di 1,5 gradi alla media storica: una tendenza al surriscaldamento in Europa con il moltiplicarsi di eventi estremi che, sottolinea, hanno pesanti effetti sulla vita delle persone ma anche sulle attività produttive come l'agricoltura.
Perciò noi non possiamo più aspettare, ci troviamo di fronte a processi che si ripetono con sempre maggiore forza, frequenza, imprevedibilità nel territorio italiano e in tutto il Mondo. Oggi come oggi si può disporre di sistemi di analisi di questi fenomeni senza precedenti, di competenze e tecnologie per comprendere come i territori e le città possono adattarsi ai cambiamenti del clima e mettere in sicurezza le persone. Per farlo è importante che politiche riguardanti il territorio si interfaccino con i professionisti del soccorso, ovvero il CNVVF, Protezione Civile, Università e autorità ambientali.
L'Italia è l'unico dei grandi Paesi europei senza un Piano di adattamento ai cambiamenti climatici. L'importanza di questo strumento sta nella necessità di rivedere le priorità di intervento alla luce di fenomeni che interessano il territorio italiano con impatti e conseguenze diverse. Un piano che deve contenere le priorità di intervento in modo da rivedere le politiche che riguardano il dissesto idrogeologico.
La strategia di adattamento, per chiarezza, è già presente e intensificata dal 2015 con le vari Piani di intervento Regionali che assieme ai comuni hanno messo in campo piani di intervento per grandi calamità, ma ora serve un vero e proprio strumento di governo che indichi le priorità dove intervenire nei prossimi anni, le aree dove più urgenti e rilevanti sono i rischi. Anche perché nei prossimi anni sarà possibile beneficiare di importanti risorse europee attraverso il Recovery Plan e i fondi strutturali 2021-2027 per l'adattamento climatico e sarà fondamentale non sprecarle o utilizzarle per interventi non prioritari, visti i danni che si stanno rilevando in tante città.
Il nostro Paese deve valorizzare il sistema di competenze di cui dispone su questi temi – CMCC, Ispra, Enea, università, CNVVF, per costruire un sistema di monitoraggio e previsione sempre più aggiornato degli scenari ed in questo modo aiutare anche Regioni e Città Metropolitane ad approvare Piani di adattamento coerenti. Proprio i rischi per chi vive nelle aree urbane devono portare a rafforzare il monitoraggio degli impatti sanitari, ampliando le indagini epidemiologiche in tutte le città italiane e utilizzare questi studi per piani di allerta ed interventi di riqualificazione che riducano i rischi per le persone. Studiare e monitorare gli ecosistemi sarà fondamentale, per capire i processi in atto: dai ghiacciai ai sistemi lagunari, da quelli costieri alla biodiversità, perché sono un indicatore dei cambiamenti in corso può ridurre i rischi.
Come del resto sta cambiando il clima, così deve cambiare il soccorso, incominciando a prepararsi per grandi eventi e potenziando quei settori specifici, come il Soccorso Fluviale Alluvionale ed Soccorso Acquatico, proponendo addestramenti ciclici, potenziando mezzi e attrezzature di intervento. Nulla lasciato al caso o abbandonato per anni per poi esser ripreso quando solo vi è un'emergenza. Tutta l'Europa ha preso coscienza della situazione ed ogni volta sa bene che in prima linea i Vigili del Fuoco svolgono azioni straordinarie senza fermarsi davanti a nulla e rischiando la propria vita.
E' ora di potenziare veramente questo Corpo dello Stato, non solo come "Vigili del Fuoco"... ma "Vigili del ghiaccio, acqua, vento" un vero e proprio "Soccorso Nazionale" inquadrandolo come lavoro professionista e qualificato senza tagliare fondi e premiare chi fa ciò ma puntando di anno in anno al suo miglioramento e incremento remunerativo perché davanti alla potenza della Natura la prevenzione è importantissima, il soccorso dovrà essere efficiente e non sottovalutarlo, perché non possiamo non dare aiuto alla popolazione quando ne avrà bisogno.