Su Wired.it è stata pubblicata una divertentissima galleria degli strafalcioni detti dai senatori durante il dibattito sul disegno delle unioni civili: e si tratta solo dell'inizio della discussione!

Quel che traspare è che i senatori, l'inglese non lo conoscono o non lo sanno pronunciare ma, nonostante questo, non arretrano di un millimetro di fronte all'evidenza di una loro lacuna. Il risultato? Una serie di strafalcioni degni più di un numero da avanspettacolo che di un intervento al Senato.

Ma quello che è più divertente o più grave, dipende dal punto di vista, riguarda non tanto l'inglese ma soprattutto l'italiano. Così il Sen. Consiglio: «LGBT, lesbiche, gay, biosessuali e trans», «Vogliono 5 generi: maschile, femminile, omosessuale, ermafrodita, transessuale»! E questo è solo un esempio dei tanti riportati.

Ma il vero problema è che certe affermazioni non sono dovute tanto all'argomento del dibattito, infatti non è possibile pretendere che ciascun parlamentare conosca in dettaglio e approfonditamente ciò di cui tratta l'aula, quanto alla qualità stessa delle basi culturali e intellettuali dei membri eletti in Parlamento.

Infatti, gli strafalcioni di cui si parla nell'articolo è frequente sentirli, anche se non gli stessi, sia al Senato che alla Camera, in relazione a qualunque argomento trattato.