Ned (New European Dream) riprende le sue attività culturali e sociali e lo fa partendo con tre dei più importanti personaggi antimafia del nostro Paese (Giancarlo Caselli, Franco Roberti e Vincenzo Musacchio) che hanno segnato la storia della lotta su tutti i fronti al crimine organizzato e al terrorismo. L’occasione è data dall’ultimo libro di Giancarlo Caselli: "Giorni memorabili che hanno cambiato l’Italia (e la mia vita)".

Durante il bellissimo incontro si sono ripercorse le tappe fondamentali della lotta alla mafia e al terrorismo insieme ai protagonisti per essere sempre più consapevoli che questa battaglia vada combattuta soprattutto per garantire ai più giovani un futuro migliore.

Giancarlo Caselli, dall’alto dei suoi 86 anni, ha attraversato da protagonista gli snodi più drammatici della storia recente italiana, dal terrorismo alla criminalità organizzata. I tre relatori hanno ripercorso con grande maestria i fatti che hanno cambiato il nostro Paese. Dalle Brigate rosse, alla mafia, dalla strage del cinema Statuto, al processo a Giulio Andreotti, passando per le riforme della Giustizia e le recenti evoluzioni della criminalità organizzata.

Cinquant’anni di storia italiana intrecciati con la biografia, non solo professionale, di un testimone forse unico nel panorama della magistratura italiana: un giudice accusato di essere “toga rossa” o “fascista” con sorprendente disinvoltura secondo le stagioni e – soprattutto – degli interessi colpiti da indagini e processi. O forse semplicemente perché schierato sempre da una parte: quella della Costituzione, dove ogni cittadino è uguale davanti alla legge.

Caselli ha raccontato il suo percorso di magistrato e di vita soffermandosi sui tanti suoi colleghi “morti al posto suo” (testuali parole) perché mentre lui aveva la scorta questi magistrati furono lasciati senza, soli e abbandonati al loro inesorabile destino.

Eccellente e di alto spessore l’intervento di Franco Roberti che ha ripercorso tutta la legislazione antimafia italiana dall’ultimo dopoguerra a oggi soffermandosi sulle tante mancanze e sull’evidente rallentamento da parte delle istituzioni nella lotta alle nuove mafie.

Vincenzo Musacchio, si è invece soffermato sul ruolo della Costituzione e sull’importanza del Parlamento in un momento in cui la legislazione antimafia non è al passo con le continue metamorfosi mafiose. Molte le domande degli intervenuti soprattutto sui temi di maggiore attualità, dal pacchetto sicurezza, all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, dallo scudo penale per le forze di polizia, alla Riforma Nordio. Musacchio ha affermato (e con lui anche Caselli e Roberti) che di mafia si parli sempre meno e spesso nel modo sbagliato, approfittando anche di un’opinione pubblica narcotizzata da un sistema mediatico completamente assuefatto al governante di turno.

Oggi il pericolo più grande - ha terminato Musacchio - proviene proprio dalla mancanza di punibilità per i reati commessi dai “colletti bianchi”. Sul versante economico-finanziario, ci sono alcune norme che, di fatto, agevolano il riciclaggio e il reinvestimento degli immensi fiumi di denaro della mafia. Questo scenario preoccupante porta con sé il rischio concreto di uno stop al contrasto delle nuove mafie difficilmente reversibile qualora si continuasse su questa strada.