L'ex senatore leghista Simone Pillon, non essendo stato rieletto in questa legislatura ed avendo pertanto ancor più tempo del solito, gionvedì, sul proprio account social ha postato il seguente commento:

«Che meraviglia il medioevo. Si può dire che è stato uno dei periodi più fecondi della storia? Con buona pace degli ignoranti che pensano di sapere tutto perchè hanno visto 20 anni fa "Il nome della rosa"».

A parte l'accento errato su perché, il commento ha fatto scalpore più del solito perché Pillon lo ha accompagnato fotografandosi con alle spalle un dipinto di Matteo da Gualdo Tadino, "pittore, nato verso il 1435, morto nel gennaio del 1507... piccolo, ma attraente maestro, selvatico fiore dell'Appennino". (Treccani)

Pertanto, il pittore e il quadro non possono appartenere al Medioevo, come sostenuto da Pillon, bensì al Rinascimento.

Se qualcuno avesse dei dubbi, questo è ciò che riporta l'Encilopedia Treccani:

"Periodo di storia della civiltà che ebbe inizio in Italia con caratteristiche già abbastanza precise intorno alla metà del 14° sec. e affermatosi nel secolo successivo, caratterizzato da una fruizione consapevolmente filologica dei classici greci e latini, dal rifiorire delle lettere e delle arti, della scienza e in genere della cultura e della vita civile e da una concezione filosofica ed etica più immanente.Destinato a estendersi successivamente e a differenziarsi nei diversi campi della cultura e dell’arte, ma con vaste risonanze in ogni settore della vita e dell’attività dell’uomo, il moto rinascimentale oltrepassò presto i confini dell’Italia per diffondersi negli altri paesi europei.I suoi limiti cronologici possono fissarsi con buona approssimazione tra la metà circa del Trecento e la fine del Cinquecento, anche se alcuni studiosi tendono a circoscrivere l’arco cronologico tra il 1400 e il 1550, altri tra il 1492 e il 1600".

È evidente che Pillon ha commesso un errore imbarazzante, mettendo a nudo un'ignoranza culturale al limite del ridicolo. Nonostante ciò, invece di far finta di nulla, l'ex senatore leghista ha voluto replicare a chi aveva riportato il suo scivolone culturale:

«Qualcuno può seriamente dubitare che sia un autore medievale? andate a studiare!», ha scritto via social Pillon per poi aggiungere:«I sinistri di Next mi attaccano per il quadro medievale. La datazione è incerta e al limite del 1492 ma qualcuno può seriamente sostenere che l'autore (1435-1507) e l'opera non siano medievali? Se volete prendervela con me usate argomenti più seri. E lasciate in pace il medioevo».

Come commentare dichiarazioni simili? Chiedendosi come sia possibile che un personaggio del genere abbia potuto ricoprire un seggio al Senato e come sia possibile che possa pure esercitare la professione di avvocato.